Emersa dal mare di Baia una statua in marmo di figura femminile forse appartenuta al Palatium imperiale

Parco Sommerso Baia

Campania – Parco Archeologico Sommerso di Baia, Bacoli (Napoli) – Image source

di Redazione FdS

Il Mediterraneo continua a restituire i suoi ‘tesori’, tracce del tempo in cui fu il centro del mondo. Ci troviamo a Baia, frazione del comune di Bacoli (Napoli), sede del Parco Archeologico Sommerso che copre un tratto di costa il cui mare nasconde vestigia dell’epoca in cui Baia (Baiae) era uno dei luoghi privilegiati di villeggiatura degli antichi patrizi romani. “Nulla al mondo risplende di bellezza più del golfo di Baia”:  così scriveva il grande poeta Orazio nel I° sec. a.C. alludendo al golfo racchiuso tra i rilievi di Punta Lanterna a sud (su cui oggi è posto il Castello Aragonese) e Punta Epitaffio a nord, che altro non è se non un antico cratere vulcanico risalente a circa 8.400 anni fa e conservatosi solo per metà, essendo la sua parte ad oriente sprofondata o del tutto erosa dal mare. Da questo mare pochi giorni fa  è emersa una statua in marmo, probabilmente risalente al periodo tra la metà del I e del II secolo dopo Cristo. A comunicarlo è stata la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei. La scultura, in marmo lunense, spezzata in più parti in corrispondenza di linee di frattura naturali, rappresenta una figura femminile di altezza inferiore al vero, acefala e priva delle braccia (v. foto seguente).

statua rinvenuta

Il ritrovamento si deve al ricercatore Gabriele Gomez de Ayala, della società Naumacos Underwater Archaeological Research, collaboratore volontario della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e dell’Istituto per la Conservazione e il Restauro di Roma, nell’ambito di attività di misurazioni strumentali 3D.

La scultura rinvenuta sembra raffigura una nobildonna con indosso un peplo con fibula circolare applicata sulla spalla destra a reggerne il drappeggio. Purtroppo manca la testa che con l’acconciatura avrebbe potuto fornire significativi indizi su quella che a prima vista ha tutta l’aria di essere appunto una scultura-ritratto e non una statua puramente decorativa o devozionale. La presenza di una base farebbe pensare alla sua probabile collocazione in una nicchia quadrangolare, forse nel contesto del palatium imperiale di Baia. Sarà l’attento studio delle caratteristiche visibili a fornire qualche suggerimento plausibile circa la vera identità della donna rappresentata.

Secondo la leggenda il nome di Baia deriverebbe da Bajos, il nocchiero di Ulisse, che qui sarrebbe stato sepolto. In epoca romana, il luogo era popolato di ricche ville essendo famoso oltre che per il clima invidiabile anche per le sue calde acque termali, ricercate per lussosi relax e per la cura delle malattie. Oggi parte del complesso archeologico rimane sotto il livello del mare, sprofondato a causa di fenomeni bradisismici. Completamente sommerso dalle acque è infatti il ninfeo dell’imperatore Claudio, le cui opere scultoree sono state però trasferite nel Museo archeologico dei Campi Flegrei allestito nel Castello Aragonese. Tra gli altri resti significativi da segnalare sono alcune strutture voltate a cupola come il grande Tempio di Diana, il Tempio di Mercurio e quello di Venere.

IL LUOGO

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