Bronzi di Riace. La materia si «accende» negli scatti di Giuseppe Lo Schiavo

Il Bronzo di Riace B fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

Il Bronzo di Riace B fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

di Redazione FdS

“Aes caro factum est” verrebbe da dire guardando gli scatti che il fotografo calabrese di base a Londra Giuseppe Lo Schiavo ha di recente dedicato alla principale icona culturale della sua terra, i Bronzi di Riace. Entrati ormai da 46 anni nell’immaginario collettivo, l’artista ha scelto di calarli in inedite fonti di luce che ne esaltano una fisicità già di per sé forgiata con vertiginoso realismo dall’ignoto artista greco del V secolo a.C. E mentre la luce si conferma elemento integrante del linguaggio scultoreo, ecco la materia delle due statue farsi palpitante nei bagliori da ‘fucina di Efesto’ riverberati dalla duplice tonalità di rosso che domina nei primi due scatti, che qui vi presentiamo: “cupa è la fucina…ombre ritmiche sono gli uomini”, direbbe D’Annunzio osservando quei corpi che sembrano rischiarati dal riflesso d’una torrida fornace e s’offrono allo sguardo generando “uno stupore vergine, come in uno spirito primitivo”. Ma la potente vibrazione della materia persiste anche negli scatti in cui i due capolavori appaiono come immersi nella più fredda e soffusa luminosità della luna, Signora delle acque da cui tutto si genera. E proprio alla vita che vincola uomo e natura in un indissolubile legame simbiotico è dedicata la mostra personale di Giuseppe Lo Schiavo in corso fino al prossimo 17 novembre 2018 al Museo MARCA di Catanzaro. A parlarci più a fondo della mostra e degli scatti dedicati ai Bronzi di Riace, nel testo seguente, è il critico d’arte Roberto Sottile che è anche curatore dell’esposizione.

Bronzi di Riace

“Io sono natura. Io genero”

di Roberto Sottile

L’uomo è natura. La sua creatività, la sua capacità di memoria appartiene al sistema della vita. Ogni prodotto dell’ingegno dell’uomo diventa parte integrante del meccanismo dell’evoluzione che lascia traccia e testimonianza. Niente e nessuno compete, né primeggia. Uomo e natura esistono l’uno in simbiosi con l’altra. Da questa idea nasce il progetto Génesis dell’artista Giuseppe Lo Schiavo, in mostra presso il MARCA Museo delle Arti di Catanzaro fino al prossimo 17 novembre 2018. Un lungo e complesso viaggio, una ricerca antropologica-genetica che prende forma attraverso immagini, installazioni e documenti video. Un dialogo contemporaneo capace di confrontarsi e fondersi in molteplici linguaggi governati sempre dalla forza delle immagini e dalla creatività.

“Io sono natura. Io genero”. Cioè, si dà vita ad una alleanza che attraverso il linguaggio dell’arte supera i confini del tempo e dello spazio. La serie dei Bronzi di Riace, presente in mostra, ci racconta questa génesis creativa della bellezza-incontro della natura dell’uomo, che attraverso l’arte della fotografia ritorna in vita. Il Bronzo A ed il Bronzo B, due uomini stanti in nudità eroica; anatomie perfette, tensioni e forze che si incontrano e scontrano e creano equilibrio. Sono immagini che superano il concetto di fotografia, che vanno oltre la “rappresentazione” visiva di due sculture, poiché quella bellezza inanimata, immobile, intrappolata in una materia pesante, come il bronzo, è pronta ad esplodere a creare movimento, a diventare “carnale”.
 

Il Bronzo di Riace B fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

Il Bronzo di Riace B fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

Giuseppe non aggiunge né sottrae nulla, semplicemente ci offre un punto di vista inedito, mai visto prima. Umanizza questi due importanti capolavori, concede loro la facoltà dell’anima. I Bronzi di Riace rappresentano quella perfezione assoluta della creazione, e l’artista attraverso il linguaggio della fotografia ne conserva l’identità con una energica, e nello stesso tempo romantica ed erotica lettura contemporanea. Sono uomini e come tali Giuseppe li tratta, rappresentandone tutta la bellezza e la sensualità. Li osserviamo per la prima volta con gli occhi dell’umano pensiero, cogliendone la bellezza e la magnificenza del tempo e della materia che per mezzo della lettura fotografica si sublima e trasforma. Diventano vivi. Sono uomini.
 

Il Bronzo di Riace B fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

Il Bronzo di Riace B fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

Il pensiero diventa reale. Il bronzo materia inventata dalla creatività dell’uomo si trasfigura nella luce con la quale l’artista colpisce i corpi nudi dei due guerrieri, riuscendo nello stesso tempo ad evidenziare l’immortalità della loro divina bellezza, e rendendoli “fragili”. Una fragilità umana che attraverso la luce diventa respiro; il respiro dell’arte, di quella scintilla che chiamiamo creatività e che Giuseppe Lo Schiavo possiede, condivide, comunica. Un incontro spirituale tra l’uomo e la sua essenza. Tra la forza della natura che crea tutto e l’uomo, pensato non più a somiglianza di Dio, ma come elemento stesso della natura. Quella natura che genera creatività, che diventa madre e custodisce per secoli la bellezza raffigurata nei Bronzi di Riace.
 

Il Bronzo A fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

Il Bronzo A fotografato da Giuseppe Lo Schiavo al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria © Giuseppe Lo Schiavo

Génesis diventa accordo. Combinazione e memoria. Concepimento. Intesa perfetta delle arti. Il passato racchiuso nella potenza dei Bronzi di Riace e il presente della ricerca di Giuseppe Lo Schiavo si incontrano per generare futuro, per andare oltre quel processo di formazione e classificazione. Il risultato concettuale della serie dei Bronzi di Riace compete con il vigore, l’energia e la passionalità dell’immagine che Giuseppe ci restituisce, che nella teoria degli insiemi è il risultato della corrispondenza tra un insieme (Bronzo) A e un insieme (Bronzo) B; due insiemi che coincidono se, e solo se hanno gli stessi elementi, che sono sostanza pura. Poiché in essi risiede e si crea il segreto della vita. Origine: dal latino Origo -Ginis. Alzarsi. Nascere. Provenire. Cominciare. Vivere.

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