Stati Uniti: il gruppo tarantino di Orfeo e le Sirene sta per essere restituito all’Italia

Gruppo scultoreo con poeta seduto (forse Orfeo) e sirene, proveniente da Taranto, terracotta, IV sec. a.C., Paul Getty Museum, Malibu (LA, USA) – Ph. Getty’s Open Content Program | Photo gallery a fondo pagina

Gruppo scultoreo con poeta seduto (forse Orfeo) e sirene, proveniente da Taranto, terracotta, IV sec. a.C., Paul Getty Museum, Malibu (LA, USA) – Ph. Getty’s Open Content Program | Photo gallery a fondo pagina

Secondo il Los Angeles Times il capolavoro magno-greco dovrebbe arrivare a Roma il prossimo settembre. Prove decisive sulla sua provenienza da scavi clandestini avrebbero indotto il Getty Museum a restituirlo

di Redazione FdS

Nel 2015 vi raccontammo la storia di uno straordinario gruppo scultoreo in terracotta, con tracce dell’originaria policromia, custodito presso il Getty Museum di Los Angeles. Si tratta di Orfeo e le Sirene, gruppo raffigurante a grandezza naturale il mitico poeta tracio, figlio di Apollo e della musa Calliope, e due figure femminili con corpo di uccello, un capolavoro sospettato di provenire dal mercato clandestino internazionale dei reperti archeologici, nonostante il museo dichiarasse sul proprio sito di aver acquistato l’opera nel 1976 da una banca privata di Zurigo (fu tra le ultime acquisizioni di J. Paul Getty prima della sua morte il 6 giugno dello stesso anno). Decidemmo di accendere i riflettori su questo gruppo scultoreo la cui provenienza da Taranto, oltre ad apparire indicata nella scheda informativa compilata dal Museo, è sostenuta dagli studiosi Pietro Giovanni Guzzo ed Angelo Bottini che pubblicarono l’opera acquistata dal Getty quaranta anni prima. Dal 2006 inoltre il gruppo compariva segnalato in un elenco ministeriale di 46 opere di cui chiedere la restituzione, documento nel quale fra l’altro si legge che “i confronti con i gruppi monumentali in terracotta rinvenuti nell’Italia centrale e meridionale e le raffigurazioni che abbiamo sui reperti ceramici di produzione apula, che documentano la presenza di statue decorative in terracotta sulle tombe monumentali di Taranto, allontanano qualsiasi dubbio riguardo la provenienza dall’Italia meridionale” (fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno del 30/11/2006). L’opera rispecchia in effetti il tipo di terrecotte di grandi dimensioni, originariamente dipinte a colori vivaci, caratteristiche delle colonie greche nel Sud Italia: nonostante infatti la scultura in terracotta fosse presente anche nella Grecia continentale, furono gli artisti delle colonie del Sud ad utilizzarla con maggiore frequenza perché nei loro territori vi era scarsità di pietra idonea alla lavorazione. Nel 2019 pubblicammo un aggiornamento del nostro articolo dopo aver notato, nel corso della trasmissione RAI Petrolio (già andata in onda nel dicembre 2018 ma disponibile su Raiplay), che tra le numerose polaroid sequestrate ai trafficanti nel corso di cruciali indagini sul commercio internazionale di reperti scavati illegalmente e mostrate nel servizio televisivo, compariva proprio questo gruppo. Una interrogazione parlamentare presentata poco dopo dalla senatrice Margherita Corrado, chiedeva al Ministro dei Beni Culturali chiarimenti su eventuali iniziative del nostro Paese volte a ottenere dal Getty la restituzione delle tre statue. Da allora non se ne era saputo più nulla.

È notizia delle scorse ore  divulgata dal quotidiano americano Los Angeles Times, più volte protagonista di scoop sulle discusse attività del Getty Museum in materia di acquisti di reperti provenienti dall’Europa, e soprattutto dall’Italia – che il gruppo Orfeo e le Sirene sarebbe ormai in procinto di essere restituito al nostro Paese. Usiamo il condizionale non essendoci al momento comunicazioni ufficiali dal parte del Ministero della Cultura, anche se i dubbi sulla fondatezza della notizia sono praticamente nulli essendo il LATimes  sempre molto ben informato sulle vicende che riguardano il museo di Malibu. Secondo il noto quotidiano i reperti sarebbero stati accertati come oggetto di scavo ed esportazione illegali, per cui saranno restituiti il prossimo settembre. Il museo si starebbe coordinando con il Ministero della Cultura italiano per restituire anche altri quattro oggetti con una successiva spedizione; si tratterebbe di pezzi acquisiti dal Getty tra gli anni ’70 e gli anni ’90 e rimasti a lungo nei depositi: più precisamente si parla di una colossale testa marmorea di divinità e di uno stampo in calcare per la fusione di monili, entrambi del II secolo d.C., oltre al dipinto a olio “Oracolo a Delfi” di Camillo Miola (1880), rubato dalla Pinacoteca Provinciale di Napoli tra il ’43 e il ’46, e a un thymiaterion etrusco in bronzo, bruciaincenso cerimoniale del IV secolo a.C.

Julie Jaskol, portavoce del Getty – riporta il LATimes – ha dichiarato che “il museo non è nella posizione di poter commentare le informazioni che hanno portato all’obbligo di restituzione dell’Orfeo”, informazioni che sarebbero state fornite da Matthew Bogdanos, dell’Unità per il Traffico di Antichità facente capo all’ufficio del Procuratore Distrettuale di Manhattan, la quale avrebbe messo insieme le prove decisive nel corso di un’indagine non direttamente correlata al Getty. Prove che – ha aggiunto la portavoce con calibrata diplomazia – avrebbero persuaso il Museo che le statue furono scavate illegalmente, elemento  che lo avrebbe indotto a “ritenere appropriato restituirle in conformità con la policy del Getty”. Il museo – quasi a voler sottolineare di non aver mai avuto sentore della provenienza illecita dei reperti – ha tenuto a precisare che “la discutibile provenienza delle opere d’arte” non è stata accertata dai due assistenti curatoriali, Judith Barr e Nicole Budrovich, che lavorano alla collezione di antichità. Il museo fa infine sapere che il gruppo Orfeo e le Sirene è estremamente fragile e che sta predisponendo “attrezzature e procedure su misura” per il suo trasferimento. Sulla stessa linea anche la dichiarazione di Timothy Potts, direttore del museo, affidata ad una nota: “Apprezziamo il nostro forte e fruttuoso rapporto con il Ministero della Cultura italiano e con i nostri numerosi colleghi archeologi, conservatori, curatori e altri studiosi in tutta Italia, con i quali condividiamo la missione di promuovere la conservazione del patrimonio culturale antico”; toni soft e concilianti che, c’è da augurarsi, preludano anche a una positiva soluzione per la vicenda dell’Atleta di Fano, il capolavoro di Lisippo la cui restituzione è stata sancita da una sentenza definitiva (ma non ancora eseguita) della nostra Corte di Cassazione.

La versione ufficiale circa l’acquisto del gruppo Orfeo e le Sirene – versione rimasta valida fino ai nostri giorni – si basava sul diario dello stesso J. Paul Getty, documento oggi facente parte degli archivi del museo. In una voce di sabato 6 marzo 1976, il magnate americano annotava di aver acquistato “i seguenti oggetti” tra cui “un gruppo di 3 statue greche realizzate a Taranto alla fine del 4° secolo a.C. e raffiguranti il cantore Orfeo seduto con due sirene in piedi.” La cifra pagata per l’acquisto dalla banca svizzera Leu fu di $ 550.000 (circa 3 milioni di dollari attuali). L’acquisto sarebbe avvenuto su raccomandazione dell’archeologo ceco-americano Jiří Frel che fu il curatore delle antichità del Getty dal 1973 al 1986. Il gruppo scultoreo di Orfeo – conclude il LATimes – è stata un’opera di grande importanza per il Getty Museum che negli ultimi quarant’anni l’ha tenuta esposta in una galleria al piano terra della celebre Getty Villa, l’edificio voluto dal miliardario sul modello della celebre Villa dei Papiri di Ercolano.
 

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Proviene da Taranto lo straordinario gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene custodito al Getty Museum

Images credits: Getty’s Open Content Program
 
Aggiornamento del 12 agosto 2022

Dopo la diffusione della notizia a livello nazionale da parte dell’agenzia ANSA nella mattinata di giorno 12 agosto 2022, si sono susseguite alcune dichiarazioni istituzionali, a partire da quella affidata al proprio profilo Facebook da Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia: “Sono felice. Ho appena chiamato il Ministro della Cultura Dario Franceschini che mi ha dato assicurazione che le statue di “Orfeo e le Sirene”, recuperate negli Stati Uniti, saranno restituite a Taranto per arricchire il patrimonio archeologico della Puglia. Ringrazio le Forze dell’Ordine, il Paul Getty Museum e il Ministro Franceschini per questo grande risultato.” Qualche ora dopo è arrivata la dichiarazione della direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti: “Quando un patrimonio di così inestimabile valore torna in patria è una grande conquista civica e morale, non soltanto per l’eredità culturale che rappresenta, ma anche per la vittoria del senso della legalità e del rapporto con i territori come ci insegna la stessa Convenzione di Faro”. La direttrice ha aggiunto che il Museo è pronto ad ospitare il gruppo scultoreo nelle sue collezioni permanenti “anche in virtù del progetto in corso di nuovo allestimento espositivo che consentirebbe al gruppo scultoreo di poter recuperare il proprio contesto identitario”.

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