Scoperto in Calabria un minerale molto raro: la wulfenite

Cristalli di Wulfenite (quelli in giallo) - Ph. Rob Lavinsky | ccby-sa2.0

Cristalli di Wulfenite (in giallo) – Ph. Rob Lavinsky | ccby-sa3.0

di Redazione FdS

E’ un minerale molto raro e ricercato per la estrazione del molibdeno, che è un particolare tipo di metallo impiegato per produrre leghe ad alta durezza e acciai resistenti alle alte temperature. Si chiama wulfenite (PbMoO4) e prende il suo nome dal botanico e geologo austriaco Franz Xaver von Wulfen (1728-1805) al quale è stato dedicato. Presente in alcune aree del nord Italia, nel Mezzogiorno era stato finora identificato solo in Sardegna, nell’Iglesiente; questo minerale è ora stato scoperto per la prima volta anche in Calabria, grazie a una collaborazione multidisciplinare che ha visto coinvolti l’Università della Calabria, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria e l’Università di Bari.

Appartenente alla classe dei molibdati, minerali molto utilizzati appunto per l’estrazione del molibdeno, la wulfenite è stata scoperta in Calabria in prossimità di una vecchia miniera di barite ubicata a Catanzaro, in località Fiumarella.

Il gruppo di lavoro, costituito da Andrea Bloise (Unical), Luigi Dattola (Arpacal), Ignazio Allegretta (Uniba), Roberto Terzano (Uniba), Mirco Taranto (Unical) e Domenico Miriello (Unical), ha recentemente pubblicato i risultati della scoperta sulla rivista Data in Brief. Negli ultimi anni sono state sviluppate tecnologie innovative che consentono di esplorare il mondo delle micro-mineralizzazioni senza distruggere i preziosi minerali; si tratta di un filone di ricerca totalmente inesplorato in Calabria e che, assicurano gli autori, offrirà, in un futuro assai prossimo, altre interessanti scoperte.

Il rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, ha manifestato tutta la sua soddisfazione per l’importanza della scoperta: “Come geologo e come membro del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Unical – ha detto – vedo in questa ricerca il potenziale che ancora la nostra terra può offrire e come la collaborazione multidisciplinare tra enti diversi, possa restituire alle nostre risorse naturali l’importanza che meritano nel panorama Internazionale, in accordo con la Convenzione sulla Protezione dei Beni Culturali e Naturali del mondo, adottata nel 1972 dall’Unesco”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Un commento

  1. Forse è lo stesso minerale citato in un testo del 1783 (con riferimento allo stesso sito): “…in mezzo alla strada fuori le porte della detta Città di Catanzaro sono abbondanti certe piccole pietre nel colore, e nella forma simile a Rubini, e che per tali passano de Spati opachi.
    Queste, benchè non siano dure da reggere alla ruota, si vendono ciò non ostante a Giojellieri, e se ne fa ricerca.”

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su