Scoperti i primi insediamenti umani di Selinunte: risalgono a 10 mila anni fa

Visione aerea del Tempio C, o tempio di Apollo, Parco Archeologico di Selinunte - Ph. Jochen Reinhard | ccby3.0

Visione aerea del Tempio C, nell’acropoli della polis, Parco Archeologico di Selinunte, Castelvetrano (Trapani) – Ph. Jochen Reinhard | ccby3.0

di Redazione FdS

L’antica città greca di Selinunte e il suo immenso parco archeologico, il più grande d’Europa, tornano a far parlare di sè a un paio di settimane dall’inizio della campagna di scavo che andrà avanti per tutto il mese di giugno sull’acropoli sotto la direzione di Clemente Marconi e Rosalia Pumo, a capo di una missione congiunta della New York University e dell’Università degli Studi di Milano. Importanti novità provengono dalle attività di completamento dello scavo intrapreso lo scorso anno al centro della cella del Tempio R, con esplorazione dei livelli corrispondenti all’epoca di fondazione della colonia greca e alle epoche anteriori, e dall’apertura di una nuova area di indagine tra il Tempio R e il Tempio C, il più importante tempio di età arcaica a Selinunte.

Risultati straordinari provengono innanzitutto dall’esplorazione dei livelli riferibili alle epoche anteriori alla fondazione della colonia greca. I primi esiti dell’indagine ci portano oltre la polis greca in un viaggio a ritroso nel tempo fino ad arrivare ai primi insediamenti umani, che sull’acropoli di Selinunte risalgono a 8.000 anni prima di Cristo. Risulta così accertata una presenza umana di diversi millenni più antica rispetto a quanto si era sempre ipotizzato: seguendo la stratigrafia del terreno, si è scoperto infatti che sotto il primo livello di occupazione greca, c’è un deposito di formazione naturale spesso più di un metro dal quale sono emersi, ad una quota più alta, frammenti del Bronzo Recente e, ad una quota più bassa, frammenti di industria litica Mesolitica (8000-6500 avanti Cristo). Resti di animali e frammenti di carbone, ritrovati nello strato, saranno sottoposti a datazione col radiocarbonio.

Con questi scavi, ha detto il prof. Marconi, si è definitivamente accertato che lo strato in cui furono rinvenute le lance conficcate nel terreno alla fine della scorsa campagna corrisponde al più antico livello di frequentazione greca del luogo. Quanto allo strato più remoto, in attesa del radiocarbonio una prima datazione è stata fatta in base alla ceramica e alla posizione, nella sequenza stratigrafica, rispetto alla fase di fondazione della colonia greca. Immediatamente sotto quest’ultima, del VII sec. a.C., c’è solo terra sterile, senza alcuna traccia di presenza indigena della prima Età del Ferro. I risultati sembrano dunque suggerire che al momento della fondazione greca di Selinunte il sito fosse ormai disabitato da numerosi secoli. Le analisi degli archeologi proseguiranno ora nell’area dell’acropoli concentrandosi proprio sul periodo precedente alla fondazione della città da parte dei Megaresi nel 650 avanti Cristo, in modo da ricostruire con completezza la storia del territorio.

L’altra grande novità riguarda poi il ritrovamento delle fondamenta del tempio C, uno degli edifici sacri più antichi di Selinunte, costruito, all’interno dell’acropoli, probabilmente poco dopo la metà del VI secolo a.C., ed oggetto di ricerche archeologiche fin dall’Ottocento. “E’ un ritrovamento emozionante – ha detto Clemente Marconi. – Vedo che le fondamenta sono un po’ arretrate rispetto al piano di calpestio. Questo ci permetterà di datare con certezza l’inizio della costruzione, dedicata ad Apollo, che nella letteratura si fa risalire al 540 a.C. per quanto riguarda l’inizio dei lavori, mentre il completamento della struttura si dice sia avvenuto nel 510 a.C.”. Nel corso degli scavi, che stanno interessando anche il tempio R, sono state trovate sul piano di calpestio del tempio C due punte di lancia in ferro. Intanto la campagna di scavi prosegue fino a fine giugno e non è detto che non riservi ulteriori sorprese.

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