Ritrovato a Molfetta un piccolo idolo in pietra del Neolitico

L'idoletto neolitico in pietra ritrovano nel Pulo di Molfetta

L’idoletto neolitico in pietra, V-IV millennio a.C.,  ritrovano nel Pulo di Molfetta

di Redazione FdS

Un ciottolo ovoidale con incisi dei tratti umanoidi stilizzati: è il misterioso idoletto (come tale è stato interpretato dagli esperti) ritrovato di recente nel Pulo di Molfetta, una dolina di origine carsica situata a un km e mezzo dal centro della cittadina adriatica pugliese. Si tratta di un sito aperto al pubblico, molto importante dal punto di vista geologico (la dolina si è formata a seguito del crollo della volta di una grotta), archeologico (è frequentato dall’uomo dal V-IV millennio a.C. fino ad epoca relativamente recente) e naturalistico, grazie alla ricca biodiversità botanica e faunistica.
 

Scorcio del Pulo di Molfetta con resti di una nitriera di epoca borbonica

Scorcio del Pulo di Molfetta con resti di una nitriera di epoca borbonica, 1784

Il manufatto è stato ritrovato dagli archeologi Alessia Amato e Nicola de Pinto, coordinati da Anna Maria Tunzi, funzionaria archeologa della Soprintendenza, durante recenti lavori di rifunzionalizzazione del sito. La piccola scultura, forse proveniente da un corredo funerario, è stata ricavata dalla lavorazione di un ciottolo calcareo sul quale compare inciso anche un motivo a zig zag, che permetterebbe di collocare l’oggetto tra le fasi media e finale del Neolitico (V-IV millennio a.C.). Considerato un unicum assoluto tra gli idoli preistorici legati alla terra, l’oggetto è ora sottoposto a un attento studio muovendo dall’assunto che le rare sculture preistoriche realizzate al mondo, nella maggior parte dei casi furono prodotte utilizzando materiali più facili da lavorare, come la terracotta oppure ossa di animali.

“Il Pulo di Molfetta, che stiamo restituendo alla fruibilità pubblica – ha dichiarato Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta – continua a sorprendere per le tracce di storia che è ancora in grado di restituire”.

L’idoletto, ora collocato nei depositi di Palazzo Simi a Bari, presto tornerà a Molfetta: gli uffici tecnici del Comune, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bari, stanno infatti lavorando affinché i nuovi rinvenimenti possano aggiungersi in maniera permanente alla collezione del locale Museo Civico Archeologico.

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