Nel Sud Italia 4 geositi di rilevanza internazionale segnano il confine tra le età geologiche

Scorcio dei calanchi in località La Vrica, Crotone

Scorcio dei calanchi in località La Vrica, Crotone

di Redazione FdS

Li chiamano Global Stratigraphic Section and Point (GSSP) ovvero Sezioni e punti stratigrafici globali; sono quegli affioramenti rocciosi da cui è possibile raccogliere il maggior numero di informazioni – fisiche, chimiche e paleontologiche – in grado di definire il limite fisico di demarcazione tra due età geologiche che, una volta individuato, assume valenza internazionale. Le caratteristiche di ciascun GSSP devono infatti essere tali da permettere di identificare il limite tra le due età geologiche in qualunque parte del mondo. Ogni GSSP viene fisicamente contrassegnato da un disco di bronzo detto golden spike (chiodo d’oro): di questi se ne contanto 80 in tutto il mondo, di cui 9 in Italia (4 sono ubicati nel Sud della Penisola), altri sono in corso di studio e di formalizzazione. L’identificazione di questi luoghi –  iniziata nel 1977 e tuttora in corso – è curata dall’International Commission on Stratigraphy (Commissione internazionale di stratigrafia), organo della IUGS (International Union of Geological Sciences), in contesti geologici di tutti i continenti.
 

Esempio di golden spike

Esempio di golden spike – Image source

La Penisola italiana si è finora contraddistinta per l’eccezionale rilevabilità di alcuni intervalli geologici, con particolare concentrazione lungo le Alpi orientali, sull’Appennino e in Sicilia. Noi abbiamo scelto di ripercorrere in particolare i luoghi del Sud Italia nei quali la Commissione Internazionale per la Stratigrafia ha fissato i GSSP.

CALABRIA

Il primo è quello dei Calanchi di Vrica (v. foto in alto), situati in Calabria lungo la costa crotonese, a circa 4 km a sud di Crotone, nel Marchesato. Un luogo facilmente accessibile e privo di copertura vegetale. Questo GSSP, il primo degli italiani ad essere ratificato (nel 1985) dopo numerosi studi di carattere paleontologico, biostratigrafico, magnetostratigrafico, geocronometrico effettuati da vari specialisti, identifica la base del Calabriano, il periodo compreso tra 1,806 Milioni di anni e 781 mila anni fa che, insieme al Gelasiano (1,806 – 2,58 Ma), compone il Pleistocene Inferiore.  Il luogo si presenta come una successione continua di argille marnose e siltose, dal grigio scuro al grigio-azzurro, con intercalati evidenti livelli sapropelitici grigio-rosa, oltre a sottili strati di sabbia e di ceneri vulcaniche.  Il punto di inizio del Calabriano è stato individuato a circa 170 metri dalla base della successione affiorante di strati, che è alta 306 metri. I Calanchi di Vrica presentano depositi ricchi di fossili di diversi gruppi, oggetto di studi paleontologici e biostratigrafici svolti da vari specialisti. Dal punto di vista paleontologico sono stati rilevati resti di foraminiferi planctonici e bentonici, molluschi, piccoli ostracodi e ittiofauna. L’area è infatti inquadrabile in un periodo caratterizzato da alterne vicende tettoniche che hanno dato vita a una serie ciclica di ingressioni e regressioni marine. Dal 1989 tre aree in località Vrica e Stuni sono state inoltre sottoposte a vincolo di tutela dall’allora Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, ai sensi dell’art. 1 della Legge 1089/39.

SICILIA

1) Monte San Nicola – Butera (Caltanissetta)

Sempre in riferimento al Pleistocene,  il GSSP che individua la base del Gelasiano (periodo compreso tra 2,588 e 1,806 milioni di anni fa e preceduto dal Piacenziano, ultimo piano del Pliocene) si trova in Sicilia a Monte San Nicola, nel comune di Butera (Caltanissetta), in una serie stratigrafica che affiora lungo i calanchi del versante meridionale del monte, a circa 10 km a Nord-Nord Ovest di Gela. Il luogo, ratificato nel 1996, è raggiungibile sia a piedi sia in macchina attraverso un sentiero che parte dalla strada 191.
 

Calanchi di Monte S. Nicola, Gela (Caltanissetta) - Image source

Calanchi di Monte S. Nicola, Gela (Caltanissetta) – Image by Geositi di Sicilia

La successione stratigrafica presenta alternanze di calcari e argille sulle quali, dopo un intervallo di transizione (transitional beds) nel quale sono intercalati i primi significativi strati vulcanoclastici, poggiano “calcari nodulari” silicei di ambiente pelagico con strati vulcanoclastici, spessi fino a pochi decimetri (Formazione di Buchenstein). Da un punto di vista paleontologico gli studi si sono basati principalmente sulle numerose specie di ammonoidi e conodonti presenti, ma la successione contiene anche daonelle, radiolari, palinomorfi, foraminiferi, nonché resti di pesci e rettili marini.

2) Punta Piccola – Porto Empedocle (Agrigento)

Il GSSP di Punta Piccola, a Porto Empedocle (Agrigento), ratificato nel 1997, identifica la base del Piacenziano (da 3,600 a 2, 588 milioni di anni fa) e quindi la linea di separazione dal precedente Zancleano (tra 5,332 e 3,6 milioni di anni fa) col quale forma il Pliocene. Più esattamente si trova lungo la costa agrigentina, sulla strada che unisce Porto Empedocle al comune di Realmonte, in prossimità del vecchio casello ferroviario (3 km a Ovest-Nord Ovest da Porto Empedocle e a 4 km ad Est di Capo Rossello).
 

GSSP di Punta Piccola, Porto Empedocle (Ag) -

GSSP di Punta Piccola, Porto Empedocle (Ag) – Image by ISPRA

La stratigrafia mostra alternanze di calcari e marne con presenza ciclica di piccoli livelli scuri, fittamente laminati, con alta concentrazione di materiale organico. Il GSSP è stato fissato alla base del livello marnoso beige del cosiddetto ciclo carbonatico 77 a piccola scala. Gli studiosi ritengono che l’ambiente di deposizione del sito sia sicuramente di mare aperto, come suggerisce anche l’abbondanza di foraminiferi planctonici, rare forme psicrosferiche di ostracodi e la composizione delle associazioni bentoniche, elementi che hanno permesso di valutare la profondità dell’antico fondale marino tra gli 800 ed i 1000 m.

3) Eraclea Minoa – Cattolica Eraclea (Agrigento)

Il GSSP di Eraclea Minoa, nel comune di Cattolica Eraclea (Agrigento), ratificato nel 2000, identifica la base dello Zancleano (fase iniziale del Pliocene, tra i 5,332 e i 3,600 milioni di anni fa) e quindi il limite fra il Miocene ed il Pliocene. La successione stratigrafica affiora lungo la costa agrigentina, alla base di una falesia che separa i resti dell’antica città greca di Eraclea Minoa dalla  spiaggia di Capo Bianco fiancheggiata da una vasta pineta mediterranea. Al luogo si accede attraverso un campeggio, in uno dei contesti più leggendari della Sicilia: il mito narra infatti che a Eraclea Minoa sia approdato il re cretese Minosse sulle tracce di Dedalo reo di aver aiutato Arianna e Teseo a uscire dal labirinto. Ma la leggenda vuole che in questa stessa città Minosse abbia trovato la morte per mano del re sicano Kocalos, che aveva dato rifugio e protezione a Dedalo.
 

GSSP di Eraclea Minosa, Eraclea Cattolica (Ag)

GSSP di Eraclea Minosa, Eraclea Cattolica (Ag) – Image by ISPRA

Il GSSP di Eraclea Minoa è stato localizzato in una falesia alta circa 30 metri e parallela alla spiaggia attuale, da cui dista circa 500 metri. Si trova a circa 75 m dal termine occidentale della sezione esposta. La base dello Zancleano è ben riconoscibile perché rappresentata dal contatto litologico tra il colore marrone delle marne del Membro dell’Arenazzolo e le marne bianche sovrastanti della Formazione dei Trubi. Lo Zancleano, fase iniziale del Pliocene, fu caratterizzato in tutta la Sicilia da un notevole innalzamento del livello del mare dovuto al ristabilirsi delle comunicazioni tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, per cui le condizioni deposizionali sono quelle tipiche del mare profondo, con la conseguente sedimentazione di fanghi bianchi pelagici. Lo studio paleontologico ha rilevato la presenza di nannofossili e foraminiferi planctonici.

4) Pizzo Mondello – Bivona (Agrigento) | GSSP in corso di formalizzazione

Non ancora formalizzato è infine il GSSP di Pizzo Mondello, rilievo dei Monti Sicani nel territorio del comune di Bivona (Agrigento). La Commissione Internazionale di Stratigrafia ha scelto questa geosito per rappresentare la base del Norico e quindi il passaggio tra il piano Carnico e il piano Norico, intervalli geologici del periodo Triassico, la più antica sezione del Mesozoico. La sezione stratotipica è stata identificata sull’affioramento di Pizzo Mondello che risulta costituito da circa 450 metri di calcari depositatisi in ambiente marino profondo. Lo studio paleontologico ha rivelato la presenza di Conodonti, bivalvi appartenenti al genere Halobia, caratteristici di mare profondo e Ammonoidi, molluschi cefalopodi dal tipico guscio a spirale. Il luogo si trova all’interno dei confini della Riserva Naturale Orientata “Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio” e del realizzando Parco dei Monti Sicani.
 

Scorcio del Pizzo Mondello, Bivona (Agrigento) -

Scorcio del Pizzo Mondello, Bivona (Agrigento) – Image source

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonti
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
International Commission on Stratigraphy
Geositi di Sicilia

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