Negli scavi di Pompei si torna a vendemmiare

Vendemmia negli scavi di Pompei

Vendemmia di uva Aglianico negli scavi di Pompei – Image by Pompeii – Parco Archeologico

“Da dove potremmo cominciare se non dalla vite, rispetto alla quale l’Italia ha una supremazia così incontestata, da dar l’impressione di aver superato, con questa sola risorsa, le ricchezze di ogni altro paese, persino di quelli che producono profumo? Del resto, non c’è al mondo delizia maggiore del profumo della vite in fiore.”

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XIV-8

di Redazione FdS

A Pompei è tempo di vendemmia e di vino, come duemila anni fa. In quegli stessi terreni che hanno restituito tracce di radici e filari consentendo agli studiosi di decifrare un’altra pagina della quotidianità pompeiana e agli appassionati di arricchire i loro sogni sulla città perduta eppure ancora così capace di dialogare con il nostro presente.
 

Bacco in forma di grappolo e Monte Vesuvio (affresco dal larario della Casa del Centenario, Pompei) e part. di affresco con uva e altra frutta

Bacco in forma di grappolo e Monte Vesuvio (affresco dal larario della Casa del Centenario, Pompei) e part. di affresco pompeiano con uva e altra frutta

Mercoledì 30 ottobre nei vigneti dell’area archeologica si procederà infatti alla tradizionale raccolta delle uve e alla nuova produzione del vino “Villa dei Misteri”Alle ore 11,00, presso il vigneto del Foro Boario, il Direttore Generale Massimo Osanna e il Prof. Piero Mastroberardino celebreranno insieme ai giornalisti la XX edizione della vendemmia, frutto di un rigoroso percorso scientifico di studio dei vigneti e delle antiche tecniche di viticoltura pompeiana. Nell’occasione sarà possibile vedere la cella vinaria, ubicata alle spalle del vigneto, e l’ambiente produttivo attiguo, che ospita la ricostruzione in legno di un antico torchio per la premitura dell’uva; entrambi i vani sono stati oggetto di recenti interventi di messa in sicurezza delle coperture.
 

Scorcio di vigneto pompeiano visto da uno degli antichi ambienti

Scorcio di vigneto pompeiano visto da uno degli antichi ambienti cittadini – Image by Pompeii – Parco Archeologico

Nell’ambito degli studi di botanica applicata all’archeologia condotti dal Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco archeologico di Pompei, l’Azienda Vinicola Mastroberardino, in convenzione con il Parco, si è negli anni presa cura delle ricerche preliminari, dell’impianto e della coltivazione dei vigneti dell’antica Pompei, dando vita al pregiato vino “Villa dei Misteri”.
 

Vigneto tra le rovine di Pompei - Image by Pompeii - Parco Archeologico

Vigneto tra le rovine di Pompei – Image by Pompeii – Parco Archeologico

L’idea progettuale, nata nel 1994, dapprima riguardava un’area limitata degli scavi, per poi ampliarsi e giungere oggi a interessare 15 aree a vigneto ubicate tutte nelle Regiones I e II dell’antica Pompei (tra cui Foro Boario, casa del Triclinio estivo, Domus della Nave Europa, Caupona del Gladiatore, Caupona di Eusino, l’Orto dei Fuggiaschi, ecc.) per un’estensione totale di circa un ettaro e mezzo e per una produzione potenziale di circa 40 quintali per ettaro.
 

Uva coltivata a Pompei - Image by Pompeii-Parco Archeologico

Uva coltivata a Pompei – Image by Pompeii – Parco Archeologico

Il vino Villa dei Misteri rappresenta un modo unico per raccontare e far conoscere Pompei con la sua cultura e la sua tradizione antica e quale luogo di valorizzazione e, al tempo stesso, di difesa del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. Per denominazione è un Pompeiano Rosso IGT con gradazione alcolica pari al 13 % ottenuto dai vigneti degli scavi archeologici di Pompei come blend dei vitigni Piedirosso, Sciascinoso e Aglianico. Quest’anno gli appassionati di vino potranno degustare il Villa dei Misteri Annata 2012, frutto di questo uvaggio storico. L’Aglianico è inserito nel blend a partire dalla vendemmia 2011: risale infatti al 2007 l’ampliamento del progetto con l’individuazione di ulteriore aree da ripristinare a vigneto, destinandole integralmente alla coltivazione del nobile vitigno Aglianico – una delle varietà più rappresentative della viticoltura dell’antichità – naturalmente adatto alla produzione di grandi vini rossi da lungo invecchiamento.
 

Il vino Villa dei Misteri prodotto dalla cantina Mastroberardino

Il vino Villa dei Misteri prodotto dalla cantina Mastroberardino – Image by Pompeii – Parco Archeologico

La forma di allevamento selezionata a tale scopo è stata l’alberello, che meglio si adatta, nel microclima di Pompei, al vitigno Aglianico, in un connubio perfetto tra il vitigno di origine greca (“Vitis Hellenica”) e la tipica potatura corta ellenica. In questo millesimo, i livelli qualitativi conseguiti sul Villa dei Misteri sono molto elevati e si percepisce, in misura ancora maggiore rispetto al 2011, il contributo dell’Aglianico, delineando buona concentrazione, intensità aromatica, vellutato patrimonio di tannini, densità e particolare eleganza. Il Villa dei Misteri 2012, dopo un lungo periodo di affinamento, si presenta con colore rosso rubino e offre un profilo olfattivo molto complesso con note che ricordano la prugna, la marasca, la mora, il tabacco, la liquirizia, la vaniglia, le erbe officinali, il pepe e i chiodi di garofano. Al palato si caratterizza per buona densità e persistenza con sensazioni sapide, acide e morbide molto decise. Tutti gli aspetti sensoriali sono ben equilibrati tra loro e di particolare finezza. E’ abbinabile con salumi e formaggi stagionati,
primi piatti con sughi a base di carne, funghi e tartufi, secondi di carni rosse e cacciagione alla brace.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Cameo con Bacco e Arianna e scena di vendemmia, vetro, Casa di Marco Fabio Rufo, Pompei - Image by Pompeii - Parco Archeologico

Cameo con Bacco e Arianna e scena mitica di vendemmia, vetro, Casa di Marco Fabio Rufo, Pompei – Image by Pompeii – Parco Archeologico

 

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su