L’Anima della Calabria, una riflessione di Nilo Domanico

Il borgo jonico di Calopezzati (Cosenza) - Ph. © Nilo Domanico

Il borgo jonico di Calopezzati (Cosenza) – Ph. © Nilo Domanico

Per restituire alle genti l’essenza dell’anima di un luogo devi prima riuscire a percepirla. Essa si disvela solcando la terra a “piedi nudi”, compenetrandola, in un percorso quasi mistico che ti conduce pian piano a scoprirla. E per farlo occorre tempo. Non bastano solo pochi giorni. Bisognerebbe librarsi in un viaggio senza tempo nella nostra Calabria per essere “travolti” senza ritegno dalla sua bellezza e dal suo fascino. Ritrovarsi nelle sue strade è come perdersi in un tempo antico. Catapultati come d’incanto nel mondo Ellenico, per poi lasciarsi avviluppare dall’universo Bizantino e Normanno, le cui tracce architettoniche e culturali hanno segnato profondamente la nostra Storia. Correre a perdifiato su di essa mentre il vento sferza carezzevole i nostri visi con il suo dolce tepore, impregnando le nostre anime di ancestrali vibrazioni. Quelle riverberate dalle genti che qui hanno vissuto nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

Percepire gli odori che inebriano le nostre narici per dare corpo e sostanza a meravigliose visioni, rendendole vive. L’odore del mare e la salsedine che impregna la nostra pelle, mentre gli esaltanti profumi di gelsomini che si amalgamano con quelli delle zagare, degli ulivi e degli oleandri, cullandoci verso il mare della serenità. Distese di pini e fichi d’India, di eucalipti e agavi, che scolpiscono le linee di forza di una terra arcaica baciata dal sole. Gustare sapori antichi generati da piante e frutti che costellano le colline e i pianori della costa, o provenienti da questo mare incantato. Sorseggiare un inebriante succo al bergamotto, assaggiare delle squisite zeppole o del fresco latte di mandorla, assaporare una deliziosa granita di gelsi o alla pesca. Gustare del pesce appena pescato insieme al vino che raccoglie tutti i profumi, le essenze e l’atmosfera di questa terra incantata fatta di processioni in mare al tramonto e di sapori provenienti dal passato.

Un viaggio sensoriale, un’esaltazione di immagini, suoni, odori, colori e sapori che la contraddistinguono, che non può non essere nutrito anche da incontri e storie. Incrociare sguardi, stringere mani ed ascoltare storie di vita, d’amore, di passione infinita per questa terra e per il mare che la lambisce. Al viaggiatore che abbia desiderio di esplorare la nostra terra dobbiamo proporre le nostre unicità, la nostra Anima. E sono i borghi calabresi la vera Anima della nostra terra, “disperatamente” abbarbicati sulle pendici delle nostre sinuose e a volte aspre colline.
 

Il borgo jonico di Badolato (Catanzaro) - Ph. © Nilo Domanico

Il borgo jonico di Badolato (Catanzaro) – Ph. © Nilo Domanico

Il nostro tesoro nascosto e dimenticato sono le montagne e le colline, abbandonate dalla fuga verso la costa. È lì che possiamo ritrovare le nostre radici. E se proprio vogliamo fare un tuffo nel passato andiamo a disvelare quelle tradizioni tipiche del nostro territorio e far sì che il viaggiatore sia partecipe di questi eventi. Nei vecchi frantoi durante la molitura delle olive, a mietere il grano con le falci, a vendemmiare con i vignaioli, raccogliere con le nostri mani le clementine, e magari anche farle trasportare dall’asino. Il che non vuol dire voler produrre olio e clementine con questi metodi, sarebbe antieconomico per la nostra competitività in agricoltura. Ma far rivivere queste sensazioni al viaggiatore sarebbe un affascinante motivo di attrazione. È lì che riscopriamo la “lentezza”, antidoto alla frenesia delle nostre città moderne dove l’imperativo è solo una “folle corsa verso il nulla”. Poi la sera scendere in strada e dialogare con l’anziana signora che ci parla dei “maccarruni” o del pane fatto in casa, per finire in trattoria a gustare con gioia un corposo bicchiere di vino rosso.

Sì, perché se si decide di fare una vacanza in Calabria siate certi che non sarà solo una struttura ricettiva ad ospitarvi, ma sarà l’intero paese ad accogliervi. Qui si entra nelle case, si sta con le persone, si parla e soprattutto si mangia con loro, con dolcezza e passione…ma molto lentamente. Mente tutto intorno scorre: le cucine in piena attività, i contadini che raccolgono le olive, le massaie che stendono i pomodori al sole a seccare, i vignaioli che vendemmiano, gli anziani che raccontano le storie di mare, mentre i bagnanti si rilassano al sole.

E non solo in estate. Provate a vivere la Calabria nel periodo della Settimana Santa con le suggestive rievocazioni della Passione di Cristo che pervadono un po’ tutti i nostri borghi. Oppure durante le numerose feste di paese, organizzate in autunno e anche in inverno, dove nei borghi si riversano una fiumana di gente. Le strade sono invase dalla musica e, ancora una volta, dal profumo del cibo. Si va di catojo in catojo, dove sin dall’antichità le famiglie conservavano le proprie vivande, degustando vino e prodotti tipici e raccontarsi storie di vita e di speranza.

Concludo con una delle più belle descrizioni della nostra terra, donataci da Nunzio Scalercio: “La Calabria è come una donna, la donna che ami. Non è solo quello che vedi. Quando lo sguardo degli altri si sofferma alla superficie tu invece sai che c’è molto altro, troppo di più. I tuoi occhi l’hanno vista nuda e vestita. Ne conosci le ombre e i riflessi di luce. Solo tu che la puoi maledire ed amare, sai che nessuno può descriverla in tutto o anche in parte, per quanto ci provi, per quanto si sforzi con le migliori intenzioni senza tralasciare troppi particolari indispensabili, troppi dettagli unici. Nemmeno tu. Forse solo un poeta”.

Nilo Domanico

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