Il Molise «c’è» e ne racconta le meraviglie una docu-fiction prossimamente sul web

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Le attrici molisane Alessia Giallorenzo (a sin.) e Simona Gagliardi, protagoniste della docufiction Una terra chiamata Molise, fotografate nell’area archeologica di Saepinum-Altilia

di Kasia Burney Gargiulo

“Il Molise c’è”: un concetto netto e definito da contrapporre al sarcastico e, a dire il vero, un po’ cinico “il Molise non esiste” così in voga soprattutto fra coloro che in Molise non hanno mai messo piede e misurano il grado di “esistenza” di un luogo soltanto dalla sua rilevanza mediatica. E’ l’obiettivo che si pone l’associazione culturale “Il Villaggio della Cultura” nata a Campobasso a novembre 2015 e forte di componenti che, già da diversi anni  organizzano eventi in Molise e a Roma. La sua mission è quella di unire le forze per esaltare le eccellenze di questa piccola regione italiana misconosciuta e i suoi punti di forza, che sono tanti, fra natura, storia, borghi, archeologia, gastronomia.
 

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Trabucco, antico sistema di pesca a Termoli (Campobasso) – Ph. Antonio Raspa | ccby-sa3.0

Da qui l’idea di realizzare “Una terra chiamata Molise”, una docu-fiction per promuovere il territorio, qualcosa che non fosse il classico documentario o non solo una storia raccontata in più puntate, ma un mix di queste due cose volto a mostrare il Molise in modo semplice ma efficace, portando il grande pubblico a conoscere, attraverso il web, una terra meravigliosa di cui si parla talmente poco da essere additata come “il luogo che non c’è”. La scelta di un medium così potente, ma al tempo stesso così complesso, come Internet nasce ovviamente dal presupposto che la presenza sui mezzi contemporanei di comunicazione, soprattutto sui social network, abbia un imprescindibile valore trainante per qualsiasi luogo aspiri ad attirare visitatori, avendo però ben chiaro che il mezzo utilizzato non basta se al tempo stesso non si punta al coinvolgimento, alla interazione, in una parola alla creazione di una community che raccolga di buon grado il messaggio e lo amplifichi.
 

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Un momento delle riprese della docu-fiction Una terra chiamata Molise

Abbiamo chiesto a Marica Mastropaolo, presidente dell’associazione “Il Villaggio della Cultura”, come è stato accolto in sede istituzionale questo progetto di marketing territoriale, e la risposta non ci ha affatto sorpreso: “Dietro i progetti ambiziosi, c’è sempre un lavoro immane da portare avanti. In Molise, però, ogni iniziativa che non sia supportata da ‘appoggi di un certo tipo’, diventa quasi un’impresa impossibile. Dal mese di febbraio fino a quello di maggio di quest’anno, la nostra associazione ha viaggiato in lungo ed in largo per la regione, al fine di presentare la sua idea alle amministrazioni comunali di più di trentacinque paesi. Complimenti, esclamazioni, meraviglia, ammirazione e poi…niente. Quando doveva giungersi ‘alla resa dei conti’ per gettare concretamente le basi per una fattiva collaborazione onde girare le scene nel Comune preso in considerazione, improvvisamente tutti sparivano lasciando un vuoto ed un silenzio che definire amari sarebbe un eufemismo”.

L’associazione “Il Villaggio della Cultura” però non si è arresa e di fronte a questa mancata risposta – un copione abbastanza scontato per chi vive la politica non come servizio ma come pura autoreferenzialità –  ha deciso di giocare la carta delle aziende private, quelle che comunque avrebbe contattato perché, si sa, sono i privati, con il loro lavoro, a fare il territorio ed è andata avanti trovando pochi ma importanti sponsor che le consentissero di avere l’aiuto necessario per portare a compimento la sua iniziativa promozionale. “Il progetto è autofinanziato, ci teniamo a precisarlo – ha aggiunto la presidente Mastropaolo – ma sapere di poter contare sull’appoggio, prima morale e poi anche economico, di persone che, come noi, amano il Molise e vogliono vederlo emergere dal buio che lo attanaglia, è una spinta importante che ci ha permesso di non desistere dall’intento”.
 

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Marta e Cris, le due protagoniste della docu-fiction,  a Termoli (Campobasso)

Vediamo a questo punto il plot narrativo di una docu-fiction che sicuramente non mancherà di creare curiosità e interesse: Marta e Cris, le due giovani protagoniste, sono due ragazze allegre, vivaci e curiose unite da una profonda e sincera amicizia che insieme giungono in Molise per un viaggio che le conduce a conoscere la gente, i borghi e la storia. Marta è di origini molisane, suo nonno era di Macchia Valfortore e, prima di morire, le aveva fatto promettere di tornare in Molise (lei era stata qui solo una volta, all’età di cinque anni), per guardare questa regione con “occhi adulti” ed imprimerla dentro di sé.
 

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Marta e Cris a Campobasso, davanti alla chiesa di S. Bartolomeo, XIII sec.

E Marta “trascina” Cris in questa vacanza “diversa”, una vacanza che l’amica inizialmente non gradisce e che accetta di fare solo per non deluderla e non lasciarla sola. Ma Cris comprende subito come sia la terra dov’è “approdata” ed immediatamente inizia ad apprezzarla ed amarla, ad interessarsi ad essa ed a viverla con la dovuta passione. Critica, si lamenta ed ironizza su tutto quello che vede e fa, ma il suo è solo “un personaggio” che ha deciso di portare avanti per divertirsi quando Marta sbotta, un personaggio che, alla fine, lascerà il posto ai ringraziamenti più veri per aver trascorso delle giornate bellissime che tanto le hanno dato. Una trama semplice, fatta di battute veloci e simpatiche, di sguardi e di sorrisi, una trama volutamente “povera” che non mette in ombra lo scopo principale che gli autori vogliono raggiungere: mostrare il Molise. Marta e Cris viaggiano così da Termoli all’alto Molise con la macchina rossa “temporaneo regalo” della cara cugina Giulia e vedono posti, incontrano gente, conoscono storia, tradizioni, cucina e cultura di un luogo fino ad allora sconosciuto e che si rivela uno scrigno di bellezza e genuinità infinite. Attraverso i loro occhi e le loro emozioni viene raccontato il Molise.
 

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Il Molise dei tratturi e della transumanza – Ph. FuturoMolise | ccby2.0

Prima si accennava al ruolo determinante dei privati nella produzione della docu-fiction. Ebbene, essi non compariranno sotto forma di spot pubblicitari, ma avranno una parte vera e propria all’interno della storia: “Questo abbiamo detto quando siamo andati a proporre la nostra idea alle aziende  – spiega Marica Mastropaolo – e questo le ha portate a decidere di essere con noi. Marta e Cris entrano nei B&B come fa qualunque turista, visitano musei e chiese, scoprono come viene lavorato il tartufo e quanto buoni siano i nostri confetti ed il nostro caffè in modo naturale, semplice, spontaneo e parlando con i titolari che diventano “attori nei loro stessi panni”. Promozione certo, ma nell’ambito di una storia che li metta in evidenza senza che vadano a inficiare la linearità del racconto gravando sullo spettatore”.
 

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Teatro Sannita di Monte Saraceno, Pietrabbondante (Isernia) – Ph. Pietro Valocchi | ccby-sa2.0

Intanto la produzione va avanti, in attesa del lancio su You Tube della prima puntata che, come le successive, sarà trasmessa su un canale appositamente dedicato, prossimamente on line, e anticipata da un breve promo sulla pagina Facebook (di seguito il video trailer della serie). Una scelta, quella del web, che come spiega ancora Mastropaolo “era praticamente obbligata, considerato il fine che vorremmo raggiungere, cioè raccontare il Molise rivolgendoci ad un target amplissimo. Non nascondiamo di puntare soprattutto ai giovani ed ai molisani sparsi nel mondo (non per nulla ogni dialogo sarà sottotitolato in inglese), ma è chiaro sia nostro intento avvicinare tutti, ma proprio tutti alla nostra regione, augurandoci che, attraverso quello che mostreremo, ogni gusto ed ogni interesse peculiare, vengano toccati e stimolati nel modo giusto. Pertanto, mandare in onda la nostra docu-fiction su un’emittente locale non avrebbe avuto molto senso. Internet è il “canale” migliore e più efficace affinché le puntate vengano viste da migliaia di persone in tutto il mondo e, tramite la condivisione che spero otterremo attravers social network come Facebook, ancor di più potremo assicurarci questo. Lo stiamo notando già adesso attraverso il numero sempre crescente di followers che seguono la pagina dedicata e costantemente aggiornata su Facebook. Abbiamo anche pensato di invitare i nostri followers a postare sulla pagina della docu-fiction, storie, leggende, pensieri ed opinioni relativi al Molise e ciò allo scopo di creare una grande community in cui regni sovrano l’amore per la nostra regione”.

Mancano dunque poche riprese e il girato di Una terra chiamata Molise sarà completo. Si passerà quindi alla post produzione con montaggio, adattamento musiche, grafica e divisione in puntate, e tutto sarà pronto per l’uscita in rete della prima puntata prevista per i giorni che precedono il prossimo Natale 2017; il tutto accompagnato da una campagna di comunicazione volta da subito a stimolare nel pubblico un alto tasso di coinvolgimento. Del resto, in un’Italia troppo distratta e negligente, l’obiettivo dell’operazione è ambizioso e semplice al tempo stesso: dimostrare non solo che il Molise “esiste” ma che ha anche molto da offrire.

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Uliveto a Venafro (Campobasso) – Ph. Lucio Musacchio | ccby2.0

 

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