Fra devozione e folklore barocco, 400 anni di Misteri a Trapani

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Sicilia – I Misteri di Trapani, la settecentesca chiesa barocca delle Anime Sante del Purgatorio da dove prende l’avvio la processione nel pomeriggio del Venerdì Santo – Ph. Oceania Deep Blue (Ayse) | FdS: courtesy dell’Autrice

di Redazione FdS

Un servizio fotografico per portarvi alla scoperta dei plurisecolari “Misteri di Trapani” che si svolgono il venerdì e il sabato della Settimana Santa nella bella città della costa occidentale siciliana. Il suggestivo reportage è di Ayse, viaggiatrice e fotografa di origine turca residente a Roma. Ce lo ha inviato per documentare la sua personale esperienza, nel 2013, di quello che è considerato uno dei riti più lunghi ed intensi del folklore religioso italiano. Come sempre, Ayse ha catturato le sue immagini più che col fine di documentare un evento pubblico di grande richiamo, con l’intento di raccontare le emozioni dei partecipanti, protagonisti assoluti dei suoi scatti. Ma lasciamo a lei stessa la parola affinché ci esponga lo spirito che ha guidato la realizzazione di questo magnifico reportage. Di seguito troverete invece una descrizione più dettagliata delle dinamiche di questo rito.

La testimonianza di Ayse

“Come è noto le processioni durano 24 ore, senza sosta alcuna (tranne che per l’ora di cena) per chi porta sulle spalle i gruppi statuari dei Misteri, mentre gruppi musicali o altri devoti partono – come tutti – in processione alle ore 14 del primo giorno e finiscono alle 23.30. Il giorno successivo tutti riprendono all’alba verso le 5.30, compresi i bimbi di 3-4 anni…Fatto, quest’ultimo, che mi ha lasciato veramente di stucco! Le mie immagini comprendono due tipi di scatti…Alcuni sono più tipici da reportage e raccontano le processioni tramite i dettagli che mi hanno maggiormente colpito; per essi ho utilizzato un obbiettivo fisso di 50 mm prestatomi da un amico (quindi senza la possibilità di fare lo zoom nè ampliare la scena..e ciò per una mia scelta) mentre una seconda tipologia di scatti è costituita da ritratti, sempre realizzati con il 50 mm. La difficoltà maggiore è stata quella di scattare avendo di fronte una massa di persone in movimento e dovendo evitare la folla di spettatori e fotografi…Nonostante tutto ho voluto fare il maggior numero possibile di ritratti, perché la gioia, l’orgoglio, la bellezza delle espressioni dei partecipanti riflettevano a mio avviso la cultura, la passione, e i loro grandi cuori. Molto di ciò che ho visto mi ha commosso e diverse volte ho versato lacrime mentre fotografavo (in verità ciò è avvenuto non solo per l’emozione ma anche perché alcuni dei partecipanti erano simpaticissimi e ogni tanto ci mettevamo a chiacchierare e così è capitato di fare tante risate e in quel caso le lacrime nascevano da uno stato d’animo diverso…Cari lettori di “Fame di Sud” spero che le foto vi piacciano e che vi stimolino a scoprire da vicino questo rito, senza dubbio fra i più belli di tutta la Sicilia.”
 

 
I Misteri di Trapani fra devozione e folklore barocco. Da 4 secoli il fasto spagnolo d’una cerimonia lunga due giorni

Scendiamo verso la costa occidentale della Sicilia, a Trapani, per fare l’esperienza emozionante d’una religiosità popolare lunga quattro secoli. L’appuntamento è quello con la processione dei Misteri che si svolge il Venerdì Santo, da ormai 400 anni. Il fasto dell’apparato scenico tradisce l’origine spagnola della rappresentazione, che si rifà alle antiche Casazas e, infatti, ha analogie importanti con tali rinomate feste andaluse. Nel secolo XV dalla Spagna, dove tali rappresentazioni erano appartenenti al ” teatro de los misterios “, vennero, complice la dominazione iberica in Sicilia ( dal 1412 al 1713 ), ad affermarsi anche nell’isola. Con il citato termine ” Casazze ” o ” Las Casazas”, ci si riferiva a quelle rappresentazioni rievocanti la Passione e Morte del Cristo, che si tenevano presso grandi case. Un ricordo di quel periodo è dato a Trapani da una località della periferia, detta “Casa Santa”, dove si presume esistessero dei siti per tali rappresentazioni, che con la denominazione di “misteri”, solevano mostrare episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento.

La processione composta da 20 gruppi sacri, ha inizio alle 14 del Venerdì Santo, per concludersi ventiquattro ore dopo. Viene considerata la più lunga manifestazione religiosa italiana dopo la Sagra di sant’Efisio che in Sardegna dura ben 4 giorni, e soprattutto una tra le più antiche. La processione che parte dalla Chiesa delle Anime del Purgatorio, percorre le principali vie cittadine.

Fu la Confraternita del Preziosissimo Sangue (oggi Confraternita di San Michele) che nei primi anni del XV secolo provvide alla costruzione dei primi gruppi statuari, affidando tale incarico agli artisti trapanesi. Dal 1539 al 1582 la Confraternita di San Michele ebbe sede nell’edificio annesso alla chiesa di San Michele, sino a quando non dovette cedere, su decisone del Senato, tale edificio ai padri Gesuiti che erano giunti a Trapani nel 1561.

La data di costruzione dei gruppi non è certa, quello che si conosce è invece la data del più antico atto di concessione: è il 20 aprile 1612, quando si affidò ai poveri ‘jurnateri’ il gruppo dell’Ascesa al Calvario. In verità, già nel 1612 alcuni gruppi erano presenti nella processione e lo testimoniano le scritture notarili “inter alia misteria” e proprio nel 1612 è stato ultimata la costruzione di questo mistero e si stava realizzando quello detto della Presa o cattura di Cristo. I gruppi furono affidati fin dall’inizio alla “Maestranze”.

La rappresentazione scenografica dei Misteri è ambientata più nell’epoca medievale che ai tempi dell’occupazione romana della Palestina. Si possono notare soldati dalla divisa spagnoleggiante o elmi sostituiti da immaginari pennacchi, senza dimenticare che spesso i volti di alcuni personaggi (come il giudeo della Spogliazione) altro non erano che raffigurazioni di uomini dell’epoca (nel caso specifico, sembra che il giudeo fosse tal Setticarini, l’aiutante del boia allora presente a Trapani).

Dal 1950 si iniziò a coprire i cavalletti con un sontuoso mantello nero (a’ manta), sul quale è impresso il nome del ceto di appartenenza. Oggi i gruppi sono custoditi durante l’anno nella Chiesa delle Anime del Purgatorio.

I GRUPPI SACRI:

I Misteri sono costituiti in totale da 20 gruppi sacri, di cui due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata. Furono concessi in affidamento, tramite atti notarili, dalla Confraternita di San Michele Arcangelo, che istituì il rito, alle maestranze locali con l’impegno di curarne l’uscita in processione.

La tecnica di realizzazione delle statue, iniziata da Giovanni Matera, consiste nello scolpire nel legno i volti, le mani ed i piedi, così come di legno è lo scheletro. Sono internamente sostenuti da ossature in sughero, sui quali si modellavano gli abiti grazie al fatto che la stoffa, precedentemente immersa in una mistura di colla e gesso, permetteva una maggiore naturalezza degli abiti e, maggiore plasticità espressiva, secondo una tecnica tipicamente trapanese, detta carchèt. In tal modo nei drappeggi dei vestiti vennero realizzate quelle pieghe che si plasmavano alla diversità della scena rappresentata e rendevano ogni figura diversa dall’altra.

Per la realizzazione di questi gruppi non ci si ispirò all’iconografia classica, ma ad episodi citati nei sacri testi o nei vangeli apocrifi ed aggiungendo anche delle personali interpretazioni, e gli artisti trapanesi seppero dare a questi gruppi una dinamicità rappresentativa unica nel vasto panorama delle sacre rappresentazioni.

Le statue sono fissate ad una base lignea detta vara, con un procedimento particolare, al fine di consentire una certa oscillazione durante il trasporto, tale da esprimere una scenica rappresentatività al gruppo. Le più antiche vare sono state intagliate dagli artigiani trapanesi con le raffigurazioni di putti, simboli del ceto di appartenenza o vedute di Trapani.

La vara appoggia su cavalletti di legno e quest’ultimi sostituirono le forcelle. Infatti nei primi anni della processione, quando i gruppi dovevano effettuare delle soste, appoggiavano proprio sulle forcelle che sostenevano l’intero peso. Tuttavia, questa soluzione presentava molte difficoltà ed erano frequenti rovinose cadute dell’intero gruppo. Si pensò pertanto di sostituirle con i cavalletti che, se hanno aumentato il peso dell’intero gruppo, hanno tuttavia permesso una maggiore sicurezza nel trasporto.

Le decorazioni sono per lo più realizzate in argento, anche se non mancano quelle in oro e in corallo. Furono commissionate sin dai primordi della processione, quando venne affidato alle Maestranze la cura dei gruppi per la rappresentazione del Venerdì Santo. Ad eseguire i preziosi oggetti vennero chiamati i più noti maestri argentieri trapanesi: Michele Tamborello, Ottavio Martinez, Giuseppe Piazza o Giovanni Porrata, Vito o Vincenzo Parisi, Giacomo o Giovanni Caltagirone, Giacomo o Giuseppe Costadura e tanti altri. Gli argenti ed i preziosi, nei restanti giorni dell’anno, vengono custoditi a cura del capo-console di ogni singolo gruppo e soltanto qualche giorno prima lucidati, seguendo un rituale dei componenti del ceto.

È generalmente uno dei consoli a “vestire” il gruppo. La “vestizione” segna infatti uno dei momenti di maggior interesse della preparazione dei gruppi e precede o si svolge quasi in contemporanea con un altro momento significativo, quello dell’addobbo floreale. Di notevole valore storico e artistico sono gli “abitini”. Si tratta di una riproduzione in argento del gruppo che i componenti la maestranza indossano legandola al collo con una cordicella; malgrado l’antica processione delle maestranze in abito nero sia stata sostituita da figuranti in costume, alcuni gruppi conservano ancora questa antica e suggestiva tradizione.

In occasione della processione, oltre agli ornamenti veri e propri, su alcuni gruppi compaiono delle medaglie. Si tratta delle premiazioni (ora soppresse) che intorno agli anni ’60-’70 premiavano l’aspetto processionale e l’addobbo dei gruppi. Negli ultimi anni, alcune categorie hanno posto dei cuori d’argento sulle statue di Cristo. Negli ultimi tempi si è provveduto ad una pulitura delle superfici dei gruppi. Dopo tanti anni, nei quali la polvere, il fumo delle candele e le pennellate di vernice avevano scurito le colorite espressioni ed i drappeggi, si è così pervenuti ad una immagine nuova (ma in realtà originale) nella colorazione delle statue.

Elenco dei 20 gruppi sacri e relative Maestranze:

La Separazione (o Licenza), a cura del ceto degli Orefici
La Lavanda dei piedi, a cura del ceto dei Pescatori
Gesù nell’orto dei Getsemani, a cura del ceto degli Ortolani
L’arresto, a cura del ceto dei Metallurgici
Caduta al Cedron, a cura del ceto dei Naviganti
Gesù dinanzi ad Hanna, a cura del ceto dei Fruttivendoli
La Negazione, a cura del ceto dei Barbieri e Parrucchieri
Gesù dinanzi ad Erode, a cura del ceto dei Pescivendoli
La Flagellazione, a cura del ceto dei Muratori e scalpellini
L’incoronazione di spine, a cura del ceto dei Fornai
Ecce Homo! a cura del ceto dei Calzolai
La Sentenza, a cura del ceto dei Macellai
L’ascesa al Calvario, a cura del ceto del Popolo
La Spogliazione, a cura del ceto Tessili e abbigliamento
La sollevazione della Croce, a cura del ceto dei Falegnami
Ferita al costato, a cura del ceto dei Pittori e decoratori
La Deposizione, a cura del ceto dei Sarti e Tappezzieri
Il Trasporto al sepolcro, a cura del ceto dei Salinai
Il Sepolcro, a cura del ceto dei Pastai
L’Addolorata, a cura del ceto dei Camerieri, Autisti, Albergatori, Dolcieri e Baristi.

Clicca QUI  per saperne di più sulla Confraternita di San Michele e sulle Maestranze

Clicca QUI per informazioni ancora più dettagliate sui Misteri di Trapani

fonte: Wikipedia | CCBY-SA3.0
 
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