Family life: a statement. Al Politecnico di Bari la seconda parte dell’incontro con Carlo Garzia

Carlo Garzia Locandina LJP bis

di Redazione FdS

Martedì 28 gennaio 2014 alle ore 17.15, nella Sala Conferenze del Palazzo Politecnico, Il Laboratorio di Fotografia del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari, propone Family life: a statement – PARTE SECONDA, con Carlo Garzia.

In questa parte conclusiva di “Family life: a statement”, saranno proiettate altre importanti immagini, vere e proprie icone di autori noti e meno noti, cercando di incrociare l’asse storico-diacronico della rappresentazione del modello familiare e quello spaziale e sincronico della sua rappresentazione in tempo reale. Siamo ormai in una fase, cominciata già prima dello sguardo devastante di Diane Arbus, in cui il valore e il senso affettivo-contrattuale della famiglia si disgregano, aumenta la visibilità e la pratica di forme di relazione molto complesse e non abituali. Questa dimensione cruda e anti-umanistica coincide anche con la diffusione dell’AIDS e diventa una poetica della trasgressione e della marginalità attraverso il lavoro di autori come Nan Goldin, Wolfgang Tillmans, Nicolas Nixon sino alla dimensione grottesca e alla derisione, almeno dal punto di vista dei valori familiari tradizionali, con autori quali Richard Billingham, Terry Richardson e Boris Mikhailov. E’ evidente che il tema proposto è centrale per una piena comprensione della rappresentazione del nucleo familiare quale è maturata soprattutto in occidente a partire dal secolo fiammingo sino ai nostri giorni ben oltre i limiti relativamente ristretti della fotografia.

Carlo Garzia si impone, a partire dalla fine degli anni ’70, come uno degli autori più significativi nel panorama della nuova fotografia italiana, prendendo parte ai più importanti progetti di ricerca su paesaggio e territorio, da Viaggio in Italia, ad Archivio dello Spazio a Luoghi come paesaggi, fino al progetto atlante italiano 007 Rischio paesaggio per il MAXXI. Insegnante e operatore culturale, oltre che fotografo, con la galleria Spazio-Immagine e La Corte. Fotografia e ricerca, entrambe a Bari, ha contribuito alla promozione e al dibattito sulla fotografia con interessanti apporti critici. Già a partire da Viaggio in Italia nel lavoro di Garzia si evidenzia una volontà di porre la fotografia in connessione con l’architettura, la letteratura, il cinema e con l’arte in generale, riferimenti culturali imprescindibili nella nostra esperienza del mondo. Nelle eleganti inquadrature realizzate in Puglia per atlante007, il fotografo mostra dell’Italia meridionale una visione ironica e impregnata di cultura antropologica: la religiosità quasi primitiva si affianca alla raffinatezza di un interno barocco; il nuovissimo intonaco rosa dell’anonimo albergo per pellegrini con la gigantografia di Padre Pio, si contrappone – forse con intento polemico – alle fatiscenti statue in stucco dell’antico salone nobiliare. Il tutto sarcasticamente legato dall’immagine di un chiosco sul lungomare che con la sua insegna “Da Bellezza” sembra non farsi alcuna remora nello statuire con leggerezza una nuova categoria del bello. Nella video-intervista realizzata in occasione della mostra al MAXXI, così Garzia descrive il suo lavoro: «Il mio è un lavoro documentario, neutrale ed estraniato in superficie, ma attento alla presenza nel quotidiano di elementi perturbanti o almeno incongrui. In una fotografia cerco un punto di equilibrio per quanto provvisorio e mobile tra sguardo e realtà esterna, cercando di generare possibilmente effetti collaterali di investimento e di senso. Così ogni cosa è “illuminata”, non c’è più un ordine gerarchico tra le visioni possibili. Ma non esiste una foto “giusta”, perché questo presupporrebbe un sistema riconosciuto e condiviso di regole rigide, quasi una grammatica normativa del visibile. Il fotografo, come diceva Stendhal del romanziere, è solo un viandante che attraversa uno spazio con uno specchio, e non è perciò responsabile di quello che lo specchio riflette; egli è solo il testimone neutrale, ma non indifferente».

Sala Conferenze del Palazzo Politecnico, Bari
via G. Amendola 126/B
ore 17.15
Ingresso libero

IL LUOGO

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