Castello di Manfredonia: sfondato il muro di una delle torri interne

Apertura di un varco in uno dei torrioni che dovrebbe ospitare un ascensore per disabili - Image courtesy Manfredonianews.it

Apertura di un varco in uno dei torrioni del nucleo centrale del Castello di Manfredonia per la costruzione di un vano destinato a un ascensore per disabili – Image courtesy Manfredonianews.it

di Redazione FdS

E’ ben noto quanto le Soprintendenze italiane per i beni artistici e archeologici si mostrino solitamente rigorose nell’impedire possibili alterazioni dell’assetto originario di palazzi storici, ville, castelli, reperti, fossero pure dovute alla semplice infissione di un chiodo o alla stesura di un intonaco del colore sbagliato. Se questa premessa è vera, allora quello che sta succedendo all’interno del Castello svevo-angioino-aragonese di Manfredonia, in provincia di Foggia, ha davvero dell’incredibile. Prima di entrare nel merito del problema, ricordiamo che il castello fu costruito nel XIII secolo e soggetto, come tanti altri fortilizi dell’Italia meridionale, a numerose trasformazioni col succedersi delle dominazioni; oggi ospita uno dei più interessanti musei archeologici nazionali, soprattutto per via delle sue collezioni di testimonianze della civiltà daunia, tra cui le celebri stele istoriate in pietra, ma da molto tempo risulta inaccessibile al pubblico per via di lavori infiniti, pertanto il castello rimane visitabile solo nell’area perimetrale. Costruito originariamente in forma quadrilatera racchiusa in mura che presentavano cinque torri (oggi ne sopravvivono solo 4 di cui tre cilindriche e una a pianta quadrata), in epoca aragonese ha visto la costruzione di una cinta muraria più esterna dotata di tre torri cilindriche e una a punta di lancia che, per conformità con le tecniche difensive del tempo, sono tutte più basse di quelle interne. Ebbene, stando all’articolo e alle eloquenti immagini pubblicate ieri dalla testata on line Manfredonianews.it, nel muro di una delle torri cilindriche del corpo centrale del Castello, ossia la parte più antica, è stata praticata una cavità a colpi di pala meccanica, come si evince in particolare dall’immagine in alto che mostra il veicolo a ridosso della torre e le macerie accumulate di lato (v.anche foto seguente).
 

La lacerazione praticata nel muro della torre del castello appare già cantierizzata - Image courtesy by Manfredonianews.it

La lacerazione praticata nel muro della torre appare già cantierizzata – Image courtesy by Manfredonianews.it

L’operazione a dir poco incredibile sarebbe stata dettata dalla necessità di creare un vano da destinare a un ascensore per disabili, esigenza senz’altro apprezzabile se non fosse che sembrerebbe esser stata ovviata senza vagliare soluzioni alternative non invasive. Oltre ai dati riportati da Manfredonianews, che parla di lavori per € 717.427,00 (questa la cifra indicata sul cartello di cantiere) iniziati a settembre 2019, risulta che le attività riguardanti l’ascensore fanno parte di un più ampio intervento PON di “Opere di valorizzazione funzionale al Museo nazionale Archeologico di Manfredonia”, che ha come soggetto proponente il Segretariato Regionale MIBACT Puglia. Tutto ciò lascerebbe presumere che lo sconcertante intervento sulla torre sia stato autorizzato dalla Soprintendenza. L’intervento globale viene così descritto sul sito Ponculturaesviluppo.beniculturali.it: “L’obiettivo generale dell’intervento è implementare e diversificare l’offerta culturale del museo, migliorare gli standard di fruizione, in modo da consolidare il suo ruolo di polo attrattivo. L’intervento prevede la realizzazione di una ascensore per superare le barriere architettoniche, l’ allestimento di nuove sale, l’implementazione degli apparati comunicativi, informativi e didattici anche multimediali, la valorizzazione degli spazi del castello con il restauro delle strutture archeologiche dell’antemurale. Sono previsti inoltre percorsi e passerelle per la visita alle strutture archeologiche dell’antemurale e per l’accesso ai bastioni sud ed est (II livello) e la realizzazione dell’illuminazione d’accento e dell’impianto di illuminazione di emergenza e sicurezza nei bastioni sud ed est (II livello)”. Manfredonianews.it ha inoltre segnalato “l’inappropriato utilizzo di marmi e la creazione di aiuole oltre che di strutture da adibire ad uffici che hanno devastato e deturpato [sic] la struttura architettonica del castello ceduto dal Comune di Manfredonia allo Stato decenni orsono”.
 

Castello Svevo-Angioino-Aragonese di Manfredonia (Foggia) - Ph. Ra Boe

Castello Svevo-Angioino-Aragonese di Manfredonia (Foggia) – Ph. Ra Boe

Rilevati questi aspetti – sui quali ci auguriamo venga fatta presto chiarezza – sorge una inevitabile domanda: può una sia pur civilissima e legittima esigenza – quella della rimozione delle barriere architettoniche per rendere il bene fruibile a chiunque – giustificare un intervento così invasivo? Su questo punto abbiamo provato a interpellare per telefono la Soprintendenza di Foggia, al fine di chiedere spiegazioni, ma gli orari d’ufficio del sabato ci hanno al momento impedito di ottenere risposta. La Redazione di Famedisud (redazione@famedisud.it) rimane disponibile a pubblicare eventuali comunicati chiarificatori provenienti dai soggetti interessati.

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