Capo Colonna: comitato di cittadini lancia petizione popolare su Change.org

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Calabria – Lo splendore architettonico dell’unica colonna rimasta del tempio dorico di Capo Colonna (Crotone), VI sec. a.C. A pochi metri da questo luogo, presso l’omonimo Santuario dedicato alla Vergine, è stata avviata nei giorni scorsi la cementificazione del Foro Romano – Ph. public domain

di Redazione FdS

Il Comitato di cittadini #SalviamoCapoColonna non si ferma al presidio ad oltranza finalizzato a ottenere una variazione del progetto che vuole la copertura cementificata dei resti del Foro Romano rinvenuto a Capo Colonna (Crotone). Infatti, mentre a livello nazionale sei deputati della Repubblica attendono risposta alla loro interpellanza presentata al Ministro Dario Franceschini su questa vicenda, il comitato crotonese ha deciso di ricorrere ad un ulteriore strumento di coinvolgimento popolare: una petizione sul web partita in queste ore sul noto sito Change.org

Ecco con quali parole è stata presentata la petizione, promossa dalla battagliera Margherita Corrado, archeologa e responsabile dell’Associazione Settesoli che, insieme all’associazione “Gettini di Vitalba” presieduta da Linda Monte, ha fatto esplodere il caso:

SALVIAMO CAPO COLONNA DAL CEMENTO

“Aderisci alla petizione per chiedere al ministro dei Beni Culturali e Turismo, On. Dario Franceschini, di fermare i lavori previsti nel piazzale dov’è emersa parte del foro della colonia romana di Capo Colonna e rinunciare a pavimentarlo, rimodulando invece l’intervento allo scopo di mettere in relazione i resti recentemente scoperti con quelli già a vista e garantirne la fruizione da parte del pubblico.”

Sulla Pagina Facebook Piazza Villaroja (dedicata ad un altro dei luoghi-simbolo di Crotone, scavati e infelicemente riseppelliti), Margherita Corrado e Linda Monte hanno così motivato la nuova iniziativa sul web:

“Abbiamo pensato ad una petizione on line che tutti possono firmare ma rivolta specialmente ai tecnici del settore, inquadrati nei ranghi del MIBACT o collaboratori esterni o impegnati in altri settori ma con competenza ed esperienze in tema di musealizzazione e fruizione di beni culturali, o ancora studenti, per dare la possibilità ad altri professionisti di dire con chiarezza che il cemento NON è l’unica soluzione possibile per tutelare importanti resti archeologici all’interno di un parco gestito dallo Stato. Se siete del settore, segnalatelo cortesemente nel commento. Grazie a tutti.

Margherita Corrado (per Sette Soli) e Linda Monte (per Gettini di Vitalba)

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