Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras: «il cinema, strumento per sollevare interrogativi»

Puglia – Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello | Photogallery a fondo pagina

Puglia – Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello | Photogallery a fondo pagina

di Enzo Garofalo

Se c’è un aspetto su cui concordano i grandi registi internazionali ospiti in questi giorni del Bif&st – Bari International Film Festival è che un film non ha il potere di cambiare il mondo ma può sollevare interrogativi, accendere un riflettore su un aspetto inedito della realtà, favorire il dibattito. Fra i cineasti c’è chi, come il regista greco-francese Costa-Gavras, ha preferito non trascurare queste potenzialità del cinema, anzi ne ha fatto oggetto specifico di una ricerca artistica sempre ricca di implicazioni etiche e politiche. E ciò senza la pretesa di trovare risposte: “compito di un film è sollevare interrogativi, non trovare risposte”. Non è un caso che la filmografia di questo geniale regista sia diventata l’emblema stesso del cinema di denuncia sociale. Nel presentare la master class tenuta da Costa-Gavras ieri mattina al Teatro Petruzzelli, Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st, ha infatti ricordato come il cinema di questo maestro abbia in molte occasioni indignato, sensibilizzato e mobilitato nel mondo  numerosi giovani intorno a tematiche normalmente trascurate o rimosse dal potere costituito, a prescindere dall’orientamento ideologico di quest’ultimo.

Reazioni riscontrate ad es. all’uscita di Amen., film del 2002 riproposto ieri mattina a Bari prima della master class e volto a rappresentare l’atteggiamento reticente della Santa Sede sui mostruosi crimini perpetrati dal Nazismo verso gli ebrei. Spina dorsale del film la vera storia di Kurt Gerstein, membro dell’Istituto d’Igiene delle SS rimasto sconvolto nello scoprire che il processo di depurazione dell’acqua dai parassiti da egli ideato ideato per le truppe al fronte e basato sull’uso dello Zyklon B, veniva in realtà usato per sterminare gli ebrei nelle camere a gas. Una abominevole verità che Gerstein – fra mille ostacoli frapposti dalla gerarchia ecclesiastica vaticana – farà arrivare a papa Pio XII, ma senza ottenere da lui alcuna presa di posizione pubblica.

Il critico cinematografico francese Michel Ciment al quale è toccato il compito di porre le domande e di moderare gli interventi del pubblico, ha collocato Costa-Gavras fra i grandi cineasti di origine greca come Theo Angelopoulos, Michael Cacoyannis e John Cassavetes, ma appena il regista ha iniziato a raccontare il suo percorso è emerso come il primo faro della sua incipiente carriera è stato il cinema italiano di maestri come Francesco Rosi, Ettore Scola, Federico Fellini e Michelangelo Antonioni. E’ questa una costante di tutti gli interventi che stiamo ascoltando in questi giorni, un dato che deve far riflettere su come l’Italia odierna abbia finito, anche nel cinema, col perdere posizioni un tempo di assoluto rilievo, accontentandosi – salvo poche eccezioni – di una ingloriosa mediocrità.

Costa-Gavras è nato nella regione greca dell’Arcadia, emblema mitico-simbolico di un immaginario luogo da età dell’oro peraltro non immune dal destino di morte insito nella condizione umana, come mostra il celebre quadro del pittore francese Nicolas Poussin. In questo Ciment ha voluto suggestivamente intravedere un legame metaforico col cinema del regista, nel quale utopia e tragedia spesso convivono connotandone l’originale tessuto narrativo. Sulla matrice più profonda di tale tessuto il regista evita di interrogarsi: “non ho mai cercato di capire l’origine più profonda dei miei film. Certo ho avuto un padre che ha combattuto contro il regime dei colonnelli affiancando la resistenza di sinistra, così come da bambino – nato e cresciuto all’interno di una famiglia ortodossa praticante – ho vissuto in prima persona l’occupazione tedesca del Peloponneso e poi sul finire del secondo conflitto mondiale vidi le terribili immagini italiane con Mussolini e la Petacci assassinati e vilipesi nei loro corpi inermi; ho inoltre respirato in famiglia l’antimonarchismo di mio padre che fu in Asia dove vide morire tanti amici in una guerra voluta dalla famiglia reale greca. Sinceramente non so quanto queste esperienze, filtrate attraverso il contesto familiare, possano aver pesato…Certo esse sono radicate nel mio bagaglio personale, come lo è del resto il contributo dato dai miei studi compiuti in Francia, studi che giammai avrei potuto portare a termine in Grecia appartenendo ad una famiglia bollata dal regime come ”comunista”.

Dopo gli studi in Lettere e in Tecnica Cinematografica, il percorso di Costa-Gavras nel mondo del cinema è passato attraverso mansioni di primo e secondo assistente di grandi registi, da René Clair a Claude Pinoteau a René Clément del quale fu assistente per 7-8 anni. L’esordio nella regia avvenne con il film  Vagone letto per assassini, un successo internazionale del 1965 con Yves Montand (suo attore feticcio) e Simone Signoret: “un esordio nel quale ammetto di essere stato influenzato più dai polizieschi americani che non dalla Nouvelle Vague francese”. E il gusto per l’intreccio ad alta tensione non verrà meno neppure quando Costa-Gavras passa a focalizzare la sua attenzione “sul Potere e sulla reazione degli uomini di fronte al Potere”, filo conduttore che non avrebbe più abbandonato.

Una scelta di campo che gli ha procurato non poche difficoltà: riferendosi al suo celebre lungometraggio Zeta – L’orgia del Potere (1969), con Yves Montand e Jacques Perrin (altro suo attore feticcio), Costa-Gavras ricorda come nessuno volesse finanziarlo: “dissi infatti a Perrin che il film non si sarebbe potuto fare. Tutti evidentemente ritenevano che trattare il regime dei colonnelli in Grecia fosse troppo compromettente. Alla fine il progetto fu accolto in Algeria e Perrin decise di contribuire alla produzione del film. Del resto tutti gli attori volevano fare quel film perchè lo ritenevano utile in quel momento storico. A Parigi il film fu un fiasco, ma il produttore ci disse di non preoccuparci e di aspettare un po’ prima di trarre le conclusioni. Passò qualche settimana e la pellicola decollò diventando un successo mondiale fino a conquistare l’Oscar quale miglior film straniero.”

La filmografia di Costa-Gavras ha sempre avuto un taglio internazionale volgendo lo sguardo verso tanti Paesi: “Ho sempre assecondato le mie passioni, coltivate in un contesto di relazioni ed amicizie che, come me, si interessavano del mondo, e per quanto mi sia concentrato per lo più sulle dinamiche oscure del Potere e dei loro effetti sui cittadini, ho trattato anche una storia d’amore…Più in generale ho realizzato film per raccontare storie che davvero mi interessavano, anche perchè ritengo che nel cinema occorra partire dalla sostanza; è essa ad imporre la forma e non il contrario. E per dare il giusto peso alla sostanza è importante l’accordo fra il regista e lo sceneggiatore: ho collaborato a lungo con Jorge Semprun ma anche con Franco Solinas per incontrare il quale venni a Roma…è stato un grande autore e una persona dalle nobili qualità umane. Suo il soggetto de L’Amerikano, della cui sceneggiatura ho condiviso con lui la stesura; un film per realizzare il quale ho raccolto informazioni in giro per il mondo.”

Costa-Gavras ha realizzato 4 film negli Stati Uniti avvalendosi di attori di spicco, un risultato che suscita senz’altro curiosità: “come dicevo prima, io seguo le mie passioni, e quei film furono il risultato dell’incontro fra le mie esigenze e le aspettative di chi ha deciso di finanziarmi. Del resto non avrei mai e poi mai potuto accettare copioni di cui non fossi stato convinto.” Al periodo hollywoodiano risale la realizzazione del film Missing-Scomparso (1982), con Jack Lemmon e Sissy Spacek, premiato con la Palma d’Oro a Cannes e l’Oscar alla migliore sceneggiatura non originale: “lessi il libro di Thomas Hauser, la vicenda del giornalista newyorkese Charles Horman – scomparso in Cile nel settembre 1973 durante il golpe guidato dal generale Augusto Pinochet – e di suo padre che volò in Sudamerica per cercarlo. Chiesi di abbozzare una mia sceneggiatura che fu accettata…E’ iniziata così la mia avventura a Hollywood. Pretesi però che la postproduzione fosse fatta a Parigi, che una parte del personale fosse francese e anche di poter visionare preliminarmente il materiale a disposizione per le riprese. La prima richiesta è motivata dal fatto che non volevo interferenze sul montaggio, così come non volli interferenze nella realizzazione del casting.

Inevitabile e sempre centrale nelle master classes del Bif&st la domanda sul rapporto fra il regista e gli attori: “per me l’attore è il collaboratore principale di un regista. E’ lui a portare la storia al pubblico. Ecco perchè sono molto vicino agli attori, mi informo su di loro, li incontro, discuto con loro dei personaggi. Amo molto spiegare ciascun ruolo, approfondendo così le caratteristiche del personaggio, ma al tempo stesso chiedo all’attore di proporre dei suggerimenti. Sia chiaro però che al regista deve spettare l’ultima parola perchè è l’unico ad avere una reale visione d’insieme, che include anche la musica da utilizzare, scelta secondo un’ottica di adeguatezza alle esigenze espressive del film”.

Per un cinema come quello di Costa-Gavras, così fortemente impegnato sul versante della denuncia sociale, acquisire l’appellativo di ”politico” è stato un fatto quasi scontato, ma è interessante capire come il regista intenda questo aggettivo riferito al suo lavoro: “Per cercare di spiegare la mia visione, nient’affatto ideologica, della valenza ”politica” di un film, torno un attimo su Amen. lavoro accusato di aver mosso un attacco alla Chiesa cattolica. Certamente dal film viene fuori un giudizio negativo sul comportamento del Papa, ma non si è trattato di un deliberato attacco alla Chiesa originato da qualche forma di anticlericalismo, bensì solo dell’espressione dell’idea che un capo spirituale come il Papa avrebbe dovuto reagire con tutto il suo entourage alla immane tragedia di cui venne a conoscenza. In tal senso ho voluto mettere in evidenza il contrasto fra i  personaggi di Kurt Gerstein e Padre Riccardo Fontana, mossi da un profondo senso di pietà verso il dramma degli ebrei, ed il Papa che invece rinunciò a qualsiasi presa di posizione pubblica sull’argomento. Io non conosco – nè il film pretende di dare risposte su questo punto – le ragioni di una simile scelta da parte del pontefice. Il film si è limitato a sollevare un interrogativo. In sostanza io mi interrogo sull’uso del potere, cerco di comprendere cosa corre fra gli uomini…Questo è la ”politica” per me, ossia relazione fra gli uomini. Così come ”politica” è per me rispettare gli altri, ciò che essi sono e ciò che sono stati, essendo convinto che ciascuno ha diritto di conservare la propria dignità e libertà. Il Potere può essere uno strumento di difesa per entrambi questi valori, ma molte volte è un mezzo per distruggerli”.

Un regista non è solo autore di film, ma anche un osservatore del lavoro altrui. Invitato ad esprimersi su questo punto Costa-Gavras ha ammesso di non avere preferenze particolari ma di “amare tutti i film belli, indipendentemente dalla loro origine geografica”, aggiungendo inoltre che un film di reale spessore e valore è quello che “mira a sollevare il pubblico piuttosto che abbassarsi al livello del pubblico. In tal senso  – conclude il regista – attribuisco un valore fondamentale allo sviluppo di una cinematografia nazionale che contribuisca innanzitutto alla conoscenza della propria realtà; molti paesi, al contrario, trascurano questo aspetto e finiscono col produrre cose prive di interesse. Per fortuna ci sono in giro giovani registi indipendenti che vogliono realizzare film di qualità, obiettivo per il quale non c’è una ricetta prestabilità. Un regista esprime ciò che sente, e se il suo film riuscirà a sollevare domande negli spettatori, se contribuirà ad accrescere la conoscenza che le persone hanno del mondo e di se stessi…quella sarà la sua unica e vera valenza politica.”

Il maestro Costa-Gavras nella serata di ieri è tornato al Petruzzelli per ritirare il FIPRESCI 90 Platinum Award, riconoscimento tributatogli dalla Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica che quest’anni celebra a Bari il suo 90° anniversario.

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Puglia – Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st, introduce la master class del regista greco-francese Costa-Gavras. A destra, il critico francese Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st, introduce la master class del regista greco-francese Costa-Gavras. A destra, il critico francese Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista Ettore Scola fra il pubblico del Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il pubblico del Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Numerosi i giovani fra il pubblico del Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il pubblico del Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il pubblico eterogeneo del Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, con Felice Laudadio (a dx.), Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras al Bif&st, intervistato dal critico Michel Ciment, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

Introduzione musicale della cerimonia di assegnazione del FIPRESCI 90 PLATINUM AWARD, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

Il vicedirettore del Bif&st Marco Spagnoli introduce la cerimonia di assegnazione del FIPRESCI 90 PLATINUM AWARD, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista greco-francese Costa-Gavras sale sul palco del Petruzzelli per ritirare il premio FIPRESCI, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

Da sin. il segretario generale FIPRESCI Klaus Eder, il registra greco-francese Costa-Gavras, la sua interprete, Alin Tascyjan, presidente FIPRESCI, Marco Spagnoli, vicedirettore del Bif&st, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

Alin Tascyjan, presidente FIPRESCI, legge la motivazione del FIPRESCI 90 PLATINUM AWARD a Costa-Gavras – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

Il registra greco-francese Costa-Gavras, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

Il segretario generale FIPRESCI Klaus Eder consegna il FIPRESCI 90 PLATINUM AWARD al regista greco-francese Costa-Gavras, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

Il segretario generale FIPRESCI Klaus Eder consegna il FIPRESCI 90 PLATINUM AWARD al regista greco-francese Costa-Gavras, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

FIPRESCI 90 PLATINUM AWARD: i ringraziamenti del regista greco-francese Costa-Gavras, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st la grande lezione del regista Costa-Gavras

FIPRESCI 90 PLATINUM AWARD: i ringraziamenti del regista greco-francese Costa-Gavras, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

 

 

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