Res Rustica. Archeologia, botanica e cibo a Pompei. In mostra a Napoli

Fichi secchi interi (Ficus carica L.) carbonizzati,  Pompei regio VII insula 4. Bottega

Fichi secchi interi (Ficus carica L.) carbonizzati, Pompei regio VII insula 4. Bottega

di Redazione FdS

Fin dai primi scavi, gli oggetti più particolari ritrovati a Pompei e a Ercolano andarono ad alimentare il cosiddetto Gabinetto de’ Preziosi dell’allora Herculanense Museum di Portici, definito da Goethe “l’alfa e l’omega di tutte le raccolte dell’antichità”, antesignano dell’attuale Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel Gabinetto comparivano “gemme, camei e varie suppellettili auree e argentee” oltre a “commestibili, reti, tele, drappi, ecc., tratti da Ercolano e da Pompei, nonché un gran pezzo di tela di Amianto rinvenuto in Vasto; le quali cose tutte sono lo stupore e la compiacenza degli eruditi osservatori”. A dircelo è l’accademico delle scienze Giovanni Battista Finati che a metà Ottocento ne descrive le collezioni ormai trasferite a Napoli. A Portici esse occupavano la sala n. 10 al cui centro era collocata la celebre statua del Satiro Ebbro proveniente dalla Villa dei Papiri di Ercolano (v. foto seguente), contornata da reperti unici fra i quali appunto i Commestibili e i Tessuti, oggi finalmente custoditi al MANN.
 

Satiro ebbro, bronzo, dalla Villa dei Papiri, Ercolano - Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Satiro ebbro, bronzo, Villa dei Papiri, Ercolano – Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Attingendo ai primi, il Museo di Napoli ha organizzato la mostra “Res Rustica. Archeologia, botanica e cibo nel 79 d.C.”, visitabile dal 21 novembre fino al 18 febbraio 2019. L’esposizione, scientificamente curata dalla d.ssa Luigia Melillo e realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’ateneo federiciano, sarà un rigoroso ed appassionante racconto di archeobotanica e anche un’occasione per riassemblare la Collezione dei Commestibili, nell’attesa di un restyling complessivo, che riguarderà anche i tessuti, e in vista di un’esposizione permanente. A latere della mostra, il 26 novembre, si terrà il convegno “Archeologia del cibo, gastronomia e marketing territoriale: dalla ricerca al prodotto” (SCARICA IL PROGRAMMA).
 

Pane carbonizzato da Pompei

Pane carbonizzato da Pompei – Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Molteplici sono state le vicissitudini della collezione, dal Settecento ai giorni nostri: trasferiti nell’odierno Museo Archeologico di Napoli nel primo decennio del XIX secolo, i reperti dei Commestibili hanno conosciuto diverse soluzioni di allestimento, sino alla chiusura, per lavori di restauro (1989), della sala del Plastico di Pompei, ultima sede ad aver ospitato queste particolarissime testimonianze della vita quotidiana nell’antichità.
 

Natura morta Rami con albicocche (?) e fichi raccolti su foglia di fico, INV. 8641 Pompei, Villa di Cicerone (I, 45, 239) , intonaco dipinto IV stile

Natura morta con frutti di mango (?) e fichi raccolti sulle loro foglie, INV. 8641 Pompei, Villa di Cicerone (I, 45, 239) , intonaco dipinto IV stile – Museo Archeologico Nazionale, Napoli

La scelta di ricavarne ora una mostra – ha spiegato Paolo Giulierini, direttore del Museo – “giunge in concomitanza della chiusura dell’Anno del cibo italiano voluto da MIBAC e MIPAAFT. L’esposizione è infatti un omaggio alle radici della nostra ricchezza agro-alimentare: ben 2000 anni di storia della cultura, della terra e della tavola sono testimoniati dai resti materiali conservati al MANN, resti che costituiscono un tesoro unico al mondo. E’ questa un’opportunità straordinaria non solo per presentare per la prima volta la Collezione dei Commestibili ma anche, nello spirito del progetto “I Tesori del MANN”, inaugurato con successo dalle armi dei Gladiatori, per raccontare al grande pubblico cosa significa fare ricerca scientifica su questi rari materiali”. Queste le specie archeobotaniche in mostra: vite (vinaccioli), olivo (olive e noccioli), fico (frutti interi e spaccati), pino domestico (pigne, pinoli), melograno (frutti piccoli e “bucce”), nocciolo (nocciole sgusciate), pesco (noccioli), mandorlo (frutti), carrubo (frutti), cereali (cariossidi di orzo, miglio, farro), legumi (semi di lenticchie, favino), castagno (una castagna), aglio (diversi spicchi), cipolla, scalogno (bulbi), palma da dattero (datteri).
 

Acini di uva da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Acini di uva da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Il percorso della mostra si apre nella sala 94, adiacente a quella del Plastico di Pompei, con una grande carta geografica, su cui sono tracciate le rotte seguite, nell’antichità, dalle singole specie, spesso approdate sulle coste italiane dall’Oriente: pesche, olive, agli, melegrane, carrube, fichi, datteri, sono soltanto alcuni dei prodotti che, una volta, animarono la tavola e la quotidianità dei romani. Questi frutti della terra sono presentati, oggi, in un’originale veste: fragile e forte al tempo stesso, capace di sopravvivere allo scorrere del tempo ed arrivare al presente, restituendo reperti carbonizzati e non. Per favorire la divulgazione dei contenuti grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, in mostra anche alcuni video (in italiano ed in inglese), che illustrano gli antichi reperti botanici in un costante rapporto con le conoscenze acquisite nel presente (il progetto multimediale è stato elaborato dal prof. Aldo Claudio Zappalà, Art Content di “Alla scoperta dei Tesori del MANN”)
 

Carrube carbonizzate da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Carrube (Ceratonia siliqua L.)  carbonizzate da Pompei e Ercolano, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

L’archeobotanica costituisce solo l’introduzione, per così dire, alle suggestioni del percorso espositivo di “Res Rustica”: la seconda sezione della mostra (sala 95), infatti, è dedicata all’utilizzo dei commestibili nella vita quotidiana. Al pubblico, dunque, sono presentati gli attrezzi della cucina, le riserve della dispensa, gli esiti conviviali di una tavola apparecchiata: alcune anfore, una falce, una stadera sono i segni tangibili di un’attività manuale sapiente, accostata, in un magico gioco di assonanze e dissonanze, al cibo rappresentato in alcuni affreschi appartenenti alle collezioni museali. Fra gli altri elementi di curiosità della mostra, figura la riproposizione della bottiglia con l’olio d’oliva di duemila anni fa: accanto al reperto, un pane, una fresella ed un tarallo, appartenenti al mondo antico, per immaginare, forse, una dieta mediterranea ante litteram.
 

Olive carbonizzate da Pompei

Olive carbonizzate da Pompei – Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Le indagini scientifiche sui materiali, coordinate dal prof. Gaetano Di Pasquale e dalla dott.ssa Alessia D’Auria (Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”), hanno permesso di svelare anche un giallo nella Collezione dei Commestibili. Le datazioni, effettuate presso il Laboratorio CIRCE (Dip.to di Matematica e Fisica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), hanno dimostrato che circa 5 chilogrammi d’uva, presumibilmente vinacce (residui della lavorazione dell’uva formati da graspi, bucce, vinaccioli), tra gli oggetti conservati nei depositi, non sono di origine antica, ma risalgono al XVIII secolo e, dunque, al periodo dei primi ritrovamenti nelle città vesuviane: questi reperti provengono da coltivazioni settecentesche, mescolate, volutamente o meno, con il materiale archeobotanico.
 

Spicchi d'aglio carbonizzati da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Spicchi d’aglio carbonizzati da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

BREVI NOTE STORICHE SULLA COLLEZIONE DEI COMMESTIBILI

La Collezione dei Commestibili e degli avanzi organici è da considerarsi una delle più complete raccolte al mondo di reperti organici di epoca romana. A partire dalle prime campagne di scavo, Carlo di Borbone raccolse tutti i materiali provenienti da Ercolano e Pompei nel museo della Reggia estiva di Portici, includendovi appunto fragilissimi materiali come tessuti, frutti e avanzi di commestibili. Come accennato prima, la Collezione dei Commestibili, considerata di raro pregio, era un nucleo importante del “Gabinetto de’ preziosi”, concepito come settecentesca Wunderkammer, cioè una stanza delle meraviglie, dove il Re aveva adunato ciò che considerava essere il vero tesoro del Museo per pregio e rarità degli oggetti: oreficerie (bullae, medaglioni, collane, bracciali); argenterie (tra cui il calathus con l’apoteosi di Omero e lo specchio con la morte di Cleopatra); gemme e cammei; commestibili provenienti da Ercolano e Pompei, tra cui diverse forme di pane; stoffe e anche alcuni blocchi di colori usati dai pictores.
 

Grano carbonizzato da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Grano carbonizzato da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Con il trasferimento del Museo da Portici (1805-1828) nell’attuale Museo Archeologico di Napoli il “Gabinetto degli oggetti preziosi” fu collocato alla destra della scalinata principale, tra la sezione dei vetri e quella degli oggetti osceni (1817), poi nuovamente spostato dal direttore Pietro Bianchi nel 1841 e successivamente fortemente rivisitato da Giuseppe Fiorelli (1863-1875), il quale ne scorporò il nucleo dei reperti organici. Agli inizi del Novecento i Commestibili completavano l’allestimento della Sala del Gran Plastico di Pompei ed erano posizionati in basse teche a ridosso dei muri della sala, accanto ad affreschi e piccoli bronzi scelti tra l’instrumentum domesticum come tangibile esempio della vita quotidiana pompeiana. Nel 1989, il plastico fu smontato per motivi di restauro, la sala chiusa ed i Commestibili riportati in deposito. Nel 2009 una parte dei reperti organici e dei tessili fu trasferita nella camera climatizzata del Laboratorio di Scienze Applicate di Pompei per motivi conservativi. Nel marzo 2018, infine, i Commestibili ed i tessili sono stati riportati al MANN ove sono state realizzate camere climatizzate all’interno del Medagliere.

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Punica granatum L.  Bucce di melagrane carbonizzate con alcuni semi all'interno, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Bucce di melagrane (Punica granatum L.) carbonizzate con alcuni semi all’interno, da Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Museo Archeologico Nazionale, Napoli
P.zza Museo, 19
Info e prenotazioni: tel. +39 081 4422 149
IL LUOGO

 

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