Pompei, una città che continua a vivere. Testo di Roberta De Luca

Sulle vie di Pompei - Ph. Nick Price

Sulle vie di Pompei – Ph. Nick Price | ccby-sa2.0

A Pompei, la vita non si è interrotta quel terribile 24 agosto del 79 d. C., quando un’improvvisa eruzione del Vesuvio la travolse e seppellì insieme alle città di Ercolano, Stabia e Oplontis, quando i gas del vulcano avvelenarono i suoi abitanti, spezzando circa 2000 vite, ma va avanti: gli abitanti dell’antica Pompei rivivono nel flusso di gente che incessantemente continua a visitarla e a scoprirla, rivivono attraverso le migliaia di piedi che ogni giorno percorrono le lastre delle vecchie vie, attraverso le facce stupefatte che sbucano dalle antiche abitazioni, attraverso i numerosi occhi che estasiati vagano tra i giardini adorni di splendide statue.
 

Affresco pompeiano nella Villa

Affresco nella Casa della Venere in conchiglia, Pompei – Ph. Benito Condemi de Felice | ccby-nd2.0

 
Tutto avrebbe lasciato pensare che l’opera crudele del vulcano avesse sepolto Pompei per sempre, ma fortunatamente non è stato così: dopo essere stata nascosta dalla cenere per oltre 1500 anni, finalmente, nel Settecento, il governo borbonico di Napoli diede inizio a delle campagne di scavi grazie alle quali la città e i suoi numerosi reperti rividero la luce.

E’ merito di questi scavi se oggi, carichi di curiosità e consapevoli che la visita non potrà lasciarci indifferenti, possiamo addentrarci in questo meraviglioso luogo, e appena varcata la soglia ci ritroviamo all’interno di una città sorprendentemente grande, una città circondata da mura in cui si aprono diverse porte, quali Porta Nocera e Porta Ercolano, e al di fuori delle quali si trovano le necropoli. Man mano che percorriamo il dedalo di stradine, ci rendiamo conto dell’immensa estensione di questa città, un tempo importante snodo commerciale e sbocco sul mare per le città dell’entroterra.
 

Villa

Scorcio del peristilio di una villa pompeiana – Ph. Loris Silvio Zecchinato | ccby2.0

 
Il buono stato di conservazione della città, dà l’impressione che, a Pompei, la vita continua: continua intorno al Foro e agli edifici che vi si affacciano…il Tempio di Giove, il Santuario di Apollo, l’edificio di Eumachia, il Macellum, la Basilica…, continua nei suoi templi, nei suoi teatri capaci di accogliere fino a 5000 spettatori, nelle magnifiche sale e vasche delle Terme del Foro. Continua nell’immenso Anfiteatro, nelle sorprendenti palestre, e nelle splendide ville patrizie dagli immensi giardini curati. La vita continua nelle abitazioni, alcune delle quali si presentano piuttosto ampie e lussuose, come la casa del Menandro, e quella del Fauno, la più grande della città, caratterizzata da una statua in bronzo, posta all’ingresso e raffigurante un fauno, creatura mitologica metà uomo e metà capra.

Scorcio del peristilio della Casa dei Vettii - Ph. Bart Linssen | ccby-nd2.0

Scorcio del peristilio della Casa dei Vettii – Ph. Bart Linssen | ccby-nd2.0

Ma a Pompei anche l’arte è di casa: oltre alle bellissime e intatte statue che adornano i giardini delle ville, si possono infatti ammirare significativi esempi di pittura romana nella Villa dei Misteri e magnifici dipinti murali nelle case e nelle ville, raffiguranti scene mitologiche e motivi illusionistici; caratteristici anche i mosaici, che originariamente venivano utilizzati per rivestire i pavimenti, come ad esempio nella Casa dei Mosaici Geometrici, e in seguito anche per ricoprire le pareti.

Il ritrovamento di notevoli testimonianze, inoltre, ha permesso di far conoscere importanti spaccati di vita quotidiana e di far comprendere quei momenti in cui gli abitanti furono sorpresi dall’improvvisa corrente di lava. Infatti a Pompei si verificò un fenomeno molto particolare: la cenere e la lava formarono come una corteccia che ricoprì tanto gli edifici quanto la gente – gli uomini, le donne, i bambini – e anche gli animali; una corteccia così dura e resistente che si è conservata anche quando i resti al suo interno sono diventati ormai polvere, lasciando delle cavità che gli archeologi hanno utilizzato come calco, riempiendole di gesso liquido e creando, così, le sagome delle persone colte nell’istante a loro fatale. Quelle sagome che, con le loro espressioni di terrore, ritroviamo nell’Orto dei Fuggiaschi o nella splendida Villa dei Misteri.
 

I calchi dei pompeiani uccisi dalla furia del Vesuvio in eruzione, Pomei - Ph.

I calchi dei pompeiani uccisi dalla furia del Vesuvio in eruzione, Pompei – Ph. Carlo Mirante | ccby2.0

 
Ma ciò che è davvero sorprendente, a Pompei, è il fatto che dopo tanti anni possiamo ancora percorrere queste strade, scoprire queste case, questi luoghi vissuti da gente come noi secoli fa, migliaia di vite fa; ciò riempie di incredulità, stupore, meraviglia, ma con un velo di tristezza al pensiero che l’immensa forza distruttrice del vulcano seppellì la città insieme ai suoi abitanti, proprio qui, in un luogo di infinita bellezza come questo, dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità nel 1997. Prima di andare via, volgiamo un ultimo sguardo, e abbiamo la sensazione di lasciarci alle spalle una città ancora piena di vita, proprio come quel funesto giorno del 79 d.C., una città nella piena attività di un giorno di sole, una città che continua a vivere.

Roberta De Luca

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Scorcio di Pompei all'imbrunire - Ph.

Scorcio di Pompei all’imbrunire – Ph. Guillermo Torres | ccby-nd2.0

 
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