Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

Il maestro Francesco Lotoro (a destra) riceve l'onoreficenza di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Prefetto per la Bat Clara Minerva. A sin. il sindaco di Barletta Pasquale Cascella

Il maestro Francesco Lotoro (a destra) riceve l’onoreficenza di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana da Clara Minerva Prefetto per la Bat. A sin. il sindaco di Barletta Pasquale Cascella – Ph. Luciana Doronzo | Photo gallery a fondo pagina

di Luciana Doronzo

Recuperare la musica creata in cattività civile e militare dal 1933 al 1953 costituisce la missione storica e artistica del pianista pugliese Francesco Lotoro, reduce da 23 giorni di ricerca attraverso capitali e villaggi d’Europa con la troupe del documentario The Maestro (ispirato all’omonimo libro di Thomas Saintourens) diretto dal regista franco–argentino Alexandre Valenti, prodotto da France 2, France 5, DocLab e Intergea e destinato ad essere trasmesso da numerose televisioni nell’aprile 2016.

Un viaggio iniziato a Praga dove Lotoro ha presentato il libro di Saintourens nella traduzione in ceco e ha incontrato Ivan, figlio del compositore Rudolf Karel imprigionato a Pankràc, torturato, colpito da dissenteria e infine deportato a Theresienstadt dove morì di sfinimento; grazie alle autorità penitenziarie di Pankràc, il pianista e la troupe hanno ispezionato la cella dove Karel scrisse capolavori quali il Nonet e l’opera I tre capelli del vecchio saggio su fogli di carta igienica usando matite o carbone vegetale. La cella era poco distante dalla sala dove i detenuti venivano ghigliottinati o impiccati, le loro urla avevano lo scopo di intimorire i compagni ancora in vita.

Si è poi proseguito per Terezìn al fine di consultare materiale musicale (da manoscritti di Jaroslav Skabrada a frammenti incompiuti di Gideon Klein), quindi Brno per incontrare Olga Haasova (figlia di Pavel Haas, gasato a Birkenau nell’ottobre 1944) e poi in Slovacchia orientale nei più sperduti insediamenti Romungre (l’ultimo a circa km. 20 dal confine con l’Ucraina) per fissare sulla carta gli affascinanti canti creati dai Roma nei Lager, infine a Bratislava per incontrare la musicologa Jana Belisova.

Poi è stata la volta di Cracovia per incontrare Christof, figlio del polacco Aleksander Kulisiewicz (a Sachsenhausen i medici sperimentarono tre volte il vaiolo su di lui, sfuggì alla morte grazie a un infermiere che di nascosto gli iniettava l’antidoto) che ricordava a memoria 770 canzoni create in 8 lingue diverse dai suoi compagni di deportazione e che, non potendole scrivere, immagazzinò nel cervello ripetendole continuamente sottovoce tra le labbra per non dimenticarle; sarebbe impazzito se un infermiere non si fosse messo al suo fianco durante la convalescenza dopo la liberazione e non gli avesse letteralmente “svuotato” la memoria fissando sulla carta musica e testi.

Ma i momenti più intensi sono stati vissuti presso Auschwitz I e Birkenau; ottenuto il permesso dello Auschwitz Museum di entrare sin dalle 5 di mattino per assicurarsi le riprese filmate dei siti prima dell’arrivo di studenti e turisti, il pianista barlettano con la collaborazione di storici del Museo ha letteralmente ricostruito la geografia musicale di Auschwitz I e Birkenau, dal Block 5 dove provava e suonava l’orchestra maschile diretta da Szymon Laks allo Zigeunerlager presso il quale si esibivano i Roma sino ai Block femminili dell’orchestra con dieci mandolini diretta da Alma Rosè.

Uno dei momenti più coinvolgenti è stato proprio a Birkenau nell’incontrare Bogdan Bartnikowski (autore del libro Infanzia dietro il filo spinato), polacco deportato a Birkenau con i familiari dopo l’insurrezione di Varsavia dell’agosto 1944; Bogdan ha ricostruito gli ultimi mesi di funzionamento del famigerato Lager e ricordato a memoria i canti creati nel Block dei bambini di Birkenau.

Giusto il tempo di esplorare gli archivi musicali dello Auschwitz Museum che si riprende il viaggio verso la Germania, destinazione Wuerzburg per incontrare Guido Fackler, docente di Filologia presso l’Università di Wuerzburg e colonna della storiografia musicale concentrazionaria (suo il monumentale libro di 2000 pagine Des Lagers Stimme, bibbia della musica nei Lager), a seguire Martin Hummel figlio di Bertold, compositore tedesco arruolato nella Wermacht (si era prodigato per salvare membri della comunità ebraica), arrestato dagli Alleati e internato a Depot La Troncais, ivi scrisse quartetti d’archi, pezzi per voce e pianoforte e un maestoso Tantum Ergo.

Infine il Lager di Buchenwald mimetizzato in un bosco di faggi (da cui il suo nome) dove il Reich arrivò a uccidere per strangolamento sino a mille detenuti al giorno, i cadaveri venivano ammassati nel Krematorium e sezionati nello Abteilung Patologie; qui, il polacco Jozef Kropinski si intrufolava di notte indisturbato (le guardie si guardavano bene dall’entrare in quel posto maleodorante e a rischio di infezioni) e a lume di candela scrisse oltre 400 lavori (di essi ne sono rimasti 111).

Il 2 giugno scorso, a Barletta, presso la Prefettura, il maestro Lotoro è stato insignito del titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La cerimonia si è aperta con l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte degli alunni del “Piccolo Coro Stabile” dell’Istituto Comprensivo Pietro Paolo Mennea e subito dopo il Prefetto Clara Minerva ha dato lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

I viaggi del pianista barlettano proseguiranno sino a ottobre tra Gran Bretagna, Paesi Bassi, USA, Brasile, Australia, Thailandia e Birmania, dove sarà ricostruita l’attività musicale dei prigionieri Alleati nei Campi giapponesi sulla tratta ferroviaria che ispirò il celebre film Il ponte sul fiume Kwai.

I risultati di questo immane lavoro confluiranno nel Thesaurus Musicae Concentrationariae in 12 volumi e 2 DVD che sarà pubblicata nel 2020; più difficile (complice una generale indifferenza delle istituzioni preposte) sarà trovare una adeguata e spaziosa sede capace di ospitare migliaia di partiture e documenti che sin da ora costituiscono un prezioso Patrimonio dell’Umanità.

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Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

Manoscritto musicale prodotto nel lager di Buchenwald, Germania

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Francesco Lotoro analizza manoscritti presso gli archivi del lager di Terezìn, Repubblica Ceca

Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

Francesco Lotoro durante una ripresa per il film-documentario 'The Maestro', di Alexandre Valenti. Con lui il mecenate milanese Carlo Alberto Carutti (a destra) finanziatore del restauro del ''violino della Shoa", strumento che ha suonato ad Auschwitz nelle mani di un ragazzo ventenne. Recuperato da Carutti presso un antiquario di Torino, il violino è stato restaurato e donato al Museo Civico di Cremona

Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

In Prefettura a Barletta (Bat) per la cerimonia di conferimento dei titoli di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana - Ph. Luciana Doronzo

Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

In Prefettura gli alunni del “Piccolo Coro Stabile” dell’Istituto Comprensivo Pietro Paolo Mennea intonano l'Inno di Mameli - Ph. Luciana Doronzo

Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

Il Prefetto per la Bat, Clara Minerva, presiede la cermonia di conferimento delle onoreficenze di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana - Ph. Luciana Doronzo

Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

Il Prefetto Clara Minerva consegna a Francesco Lotoro la pergamena con l'onoreficenza di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana - Ph. Luciana Doronzo

Musica della Memoria. Francesco Lotoro insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica

In Prefettura a Barletta durante la cermonia di conferimento delle onoreficenze di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana - Ph. Luciana Doronzo

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Il maestro Francesco Lotoro con la moglie Grazia Tiritiello - Ph. Luciana Doronzo

 

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