L’Isola sarda di Tavolara e la bizzarra leggenda del Regno più piccolo del mondo

facebook twitter instagram vimeo youtube google+ linkedin

tavolara2

Sardegna – L’isola di Tavolara all’alba – Ph. Cristian SantinonCCBY-ND2.0

di Redazione FdS

La storia fuori dal comune che stiamo per raccontarvi si ambienta a Tavolara, un’isola di 5,9 km² della Sardegna nord-orientale, nel comune di Olbia, nella regione della Gallura. L’isola oggi è di proprietà della famiglia veneto-romana dei Marzano, sebbene non del tutto dato che una parte di essa è stata espropriata dalla NATO. Sulla punta occidentale sorgono due ristoranti e piccole case appartenenti alla famiglia Bertoleoni. Ed è proprio quest’ultima famiglia la protagonista di un racconto in cui storia e leggenda, realtà e fiaba sembrano mescolarsi in un unicum indistinto dall’indiscutibile fascino.

Cominciamo col dire che questo maestoso massiccio calcareo a picco sul mare, in antico nota come Hermea Insula (forse perchè consacrata ad Ermete/Mercurio dio dei mercanti) conobbe la frequentazione umana fin dal neolitico medio, come testimoniano numerosi reperti rinvenuti presso la cosiddetta Grotta del Papa. Nel corso dei secoli a Tavolara approdarono via via Cartaginesi, Romani, Arabi che la usarono come base delle loro operazioni belliche. In particolare per l’età romana si racconta che Nerone nel 100 d. C. costruì una villa per la liberta Atte sulla costa olbiense e donò Tavolara alla concubina preferita. Tracce successive ci riportano invece al Medioevo, epoca in cui l’isola quasi sicuramente non fu abitata in modo stabile ma utilizzata come difesa militare. Si vuole, inoltre, che a Tavolara – nel III sec. d.C.  – abbia vissuto per un certo tempo il papa Ponziano, condannato al lavoro nelle miniere e deportato in Sardegna. La Grotta del Papa, una delle più famose dell’isola, deriverebbe la denominazione proprio dalla permanenza del pontefice. Poco dopo l’anno 1000 la storia dell’isola sembra però cambiare di segno intrecciandosi con la presenza di una colonia di pirati. Ancora nel ‘700, il naturalista Francesco Cetti scriveva che spesso sull’isola erano presenti dei corsari. Nella notte tra il 28 ed il 29 settembre 1815, a causa di una bufera, sull’isola sbarcò Gioacchino Murat che proveniva dalla Corsica ed alla testa d’un contingente di armati intendeva riconquistare il regno di Napoli. Una sosta durata poche ore, giusto il tempo per passare in rivista gli uomini. Alla fine del XVIII secolo, dopo l’arrivo dei coloni genovesi, protagonisti della nostra storia, la popolazione dell’isola crebbe fino ad un massimo di una sessantina di abitanti, in gran parte grazie anche all’arrivo di pescatori ponzesi in cerca di aragoste.

Ma ritorniamo alla fine del Settececento, cioè al tempo in cui Giuseppe Bertoleoni (di origine genovese-corsa) giunse in prossimità dell’arcipelago della Maddalena costeggiando la Corsica a bordo di una piccola nave da diporto proveniente da Genova, in cerca di una terra in cui abitare; si stabilì dapprima sull’isola di Spargi, poi si spostò più a sud, sulla piccola isola di Mortorio, ma, spinto dalla ricerca di un’isola più generosa e ospitale, navigando ancora verso sud, raggiunse nel 1807 la splendida e disabitata isola di Tavolara. Qui si stabilì con la famiglia, dedicandosi all’allevamento delle capre selvatiche, assai numerose sul suo territorio e caratterizzate da una particolare colorazione dorata della dentatura.

Nel 1836 il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, di passaggio per quei luoghi (pare si stesse recando a caccia), notò l’isoletta sconosciuta: chiese pertanto informazioni ai suoi marinai, ma, non ottenendo risposte sufficienti, decise di approdarvi. Presentatosi ai residenti come il re di Sardegna, sembra che Giuseppe Bertoleoni, circondato dalle capre dai denti dorati, abbia risposto: “E io sono il re di Tavolara!”

Carlo Alberto soggiornò presso di lui per una settimana e, congedandosi, gli diede in dono un orologio d’oro e – secondo i Bertoleoni – avrebbe promesso di riconoscere l’indipendenza di Tavolara: non molto tempo dopo sarebbe arrivata, infatti, alla prefettura di Sassari, una pergamena reale, firmata dal re (resterebbe, però, la sola testimonianza verbale della famiglia), con cui Giuseppe e i suoi eredi venivano infeudati sull’isola di Tavolara. I maschi e le femmine dei Bertoleoni continuarono nominalmente a fregiarsi del titolo di “principi e principesse del mare” (sempre secondo il documento albertino).

Nel frattempo, a Giuseppe Bertoleoni “succedette” il figlio Paolo, che a sua volta si proclamò “re” col nome di Paolo I, sposò una donna sarda, Pasqua Favale (più tardi “reggente”), e da lei ebbe il figlio Carlo (I). Raccontano le fonti che quando Giuseppe morì, il figlio Paolo si curò di scrivere a Carlo Alberto per farsi mandare un altro attestato (Giuseppe aveva perso la prima pergamena) e, ottenutolo, disegnò una corona sulla facciata della casa e si procuro’ una bandiera con tanto di effigie reale. Nonostante il passare del tempo e le intemperie, la corona è ancora ben visibile sulla facciata di casa Bertoleoni. Questa “ufficializzazione” ulteriore del Regno di Tavolara cominciò ad interessare i giornali e la notizia dell’esistenza di questo piccolo Regno insulare fece il giro del mondo. Paolo cominciò a intrattenere relazioni con alte personalità, come ad esempio il Sindaco e la Giunta comunale di Sassari, che nell’aprile 1881 durante un viaggio di tre giorni in Gallura per festeggiare l’apertura del tronco ferroviario Monti-Terranova, l’attuale Olbia, si recarono a trovare Paolo. Ecco cosa scrisse della visita il “Gazzettino Sardo”: «Giornata seconda. Alle 7 del mattino partenza sul vaporino “Martino-Tamponi” per il golfo degli Aranci e per l’isolotto di Tavolara. Alle 12 pranzo al Faro: molto appetito e molto buon umore. E poi a fare visita al re di Tavolara, cioè a dire il padrone dell’isola, che dopo aver sostenuto una lunga lite col demanio riuscì ad essere proclamato, anche giudiziariamente, “Domino Assoluto” dell’isola abitata dalla sua famiglia, composta da 47 persone (figli, figlie, generi, nipoti e pronipoti) e dalla sua greggia, composta di vacche e pecore. Il nostro vaporino era tutto imbandierato, e arrivati appiè dell’isola non mancammo di fare le salve d’onore sparando tre colpi col nostro piccolo cannone. Il re rispose colle schioppettate, e ci venne incontro dopo aver issato la bandiera della sua Nazione (campo bianco con scudo rosso e una stella nel mezzo, sormontati da una corona). Il re (colla reale famiglia) ci fu largo di gentilezze e ci offrì del buon vino; poi ci condusse sotto un colossale carrubo [esiste ancora, NdR] veramente stupendo, dove ci ricordò che il re Carlo Alberto lo aveva proclamato Re di Tavolara. Si lasciò l’isola salutati dalle schioppettate di S.M. e reale familia; e noi ricambiammo il saluto coi soliti tre colpi di cannone».

Su Paolo I e sulle sue relazioni illustri scrisse a suo tempo anche il giornale “La Sardegna”: «Superbo dei vincoli fraterni che univanlo a Carlo Alberto, vantò pure l’amicizia di Vittorio Emanuele; pianse il primo come un famigliare e quando morì il secondo tinse la facciata della sua regia in nero, rimanendo inconsolabile per molti mesi. A parte poi i legami che lo strinsero ai potenti, onorò di sua amicizia il benemerito Alberto La Marmora, i ministri del vecchio Piemonte, alcuni generali di quel tempo, e l’archeologo Spano; e questi ultimi anni invitò alla sua regia e trattò famigliarmente coll’illustre prof. Bottini, col conte Brandelli di Torino, con Carlo Brandreth di Londra, col pittore Romero, col comm. Lucio Fiorentini, e con molti altri; l’anno scorso trattenne ospite per tanti giorni lo scienziato D.J. G. Forsyth Mayor».

A detta dello stesso Paolo, e come si riporta nel volume “Grotte della Sardegna” di Antonio Furreddu e Carlo Maxia (1964), l’isola sarebbe stata visitata nel 1896, a bordo nella nave “Vulcan”, da alcuni inviati della Regina Vittoria d’Inghilterra, che avrebbe tacitamente riconosciuto l’esistenza del minuscolo “regno”. I Bertoleoni e il citato volume narrano che ancora oggi, in una sala di Buckingham Palace, a Londra, si conserva la foto della “famiglia reale” di Tavolara, racchiusa in una cornice dorata all’interno della collezione di ritratti delle dinastie regnanti di tutta la terra, con la dicitura: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo». La fotografia scattata sul ponte della nave (v. immagine sopra nella photo gallery), di cui oggi si conserva copia in tutte le case dei tavolaresi, mostra al centro Carlo I circondato da parenti collaterali, e parrebbe che sulla cintura della giovane in primo piano si noti la scritta “Vulcan”.

Dopo la morte di Paolo I, si diffuse l’infondata notizia che a Tavolara fosse stata creata una repubblica. Persino alcuni giornali francesi riportarono la stramba diceria e, come si legge in un numero del periodico italiano “L’Illustrazione”, a Terranova [antico nome di Olbia – NdR] cominciarono a piovere “lettere da ogni parte non solo d’Italia, ma del mondo, di persone che chiedono informazioni, disegni, fotografie e qualcos’altro ancora. Un tale da Budapest implora la grazia di essere nominato console di Tavolara in Ungheria; un altro chiede i francobolli del nuovo Stato, un altro ancora si offre di scrivere la storia documentata della nuova Repubblica. Ma la più amena di tutte è la lettera del New York Sunday World: «A sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Tavolara. Eccellenza, il New York Sunday World, il più grande giornale che si stampi, in lingua inglese, ha inteso notizia della vostra piccola ma ben governata Repubblica. Il World desidera di dare ai suoi lettori negli Stati Uniti tutta la storia della loro sorella repubblica di oltre mare. Il World sarebbe ben onorato se voi voleste mandargli nella busta qui acclusa la storia particolareggiata del vostro paese, i vostri metodi di governo e tutto quello che può parervi interessante da sapere a proposito della vostra isola, dei vostri usi e costumi etc.. Se poteste mandare anche le fotografie di voi medesimo, del vostro Consiglio di Stato, della vostra isola sarebbero assai gradite”. Seguono saluti, ecc. ecc.».

I Bertoleoni sono sepolti a Tavolara nel piccolo cimitero di Spalmatore di Terra, dove riposa anche lo storico Girolamo Sotgiu. A campeggiare è innanzitutto la tomba di Paolo I sovrastata da una rudimentale corona a 5 punte, e intorno ad essa col tempo sono sorti i sepolcri dei discendenti; si è, invece, persa traccia della tomba di Giuseppe Bertoleoni, padre di Paolo, che fu il primo abitante di Tavolara dove si stabilì nel 1807. Giuseppe è il personaggio principale di questa storia perchè fu  appunto il primo re dell’isola.

Vediamo qualche fonte d’epoca su colui dal quale originò questa curiosa storia: Alberto La Marmora nel suo “Itinerario dell’isola di Sardegna” edito a Torino nel 1860 – fonte che da’ per fondata l’intera storia – riporta che Giuseppe “avendo avuto dei contrasti colla giustizia per motivi di bigamia, prese il partito di lasciare una delle sue mogli (ch’erano sorelle) nell’isolotto di S. Maria di cui egli s’impossessò, e l’altra nell’isola di Tavolara che riguardava parimente come sua proprietà, e così le visitava a turno”. La Marmora riporta che già questo fare la spola fra le due isole era valso a Giuseppe il nomiglnolo di “re di Tavolara”, ma riporta come “così pure lo chiamava compiacendosene, il fu re Carlo Alberto, quando fece l’ultima corsa in Sardegna. Giuseppino allora gli fu molto utile, specialmente per la caccia alle capre che vi fece il figlio del re, il fu duca di Genova.”.  Anche il francese Antoine-Claude Pasquin Valery, che pubblicò il suo “Viaggio regna e Corsica ” nel 1837, aveva già scritto di questa storia riportando un’aneddotica che poco si discosta da quella riportata dal La Marmora. Egli descrive Giuseppe come un bell’uomo, alto quasi due metri, magro, robusto e forte; possiede greggi e si sposta in continuazione nell’arcipelago maddalenino, ma presto prende possesso di alcune altre isole: S. Maria, Sconfitti e, poi, spingendosi più lontano, Tavolara.

Ecco l’lenco dei presunti “sovrani” di Tavolara:

Giuseppe I Bertoleoni (1836-45), I° “re” di Tavolara, sposò Laura Ornano.
Paolo o Polo I (1845-86), sposò Pasqua Favale, “reggente” (1886-96).
Carlo I (1896-1927), sposò Maddalena Favale.
Mariangela I (1927-29), sorella maggiore di Carlo I (1841-1934), sposò Bachisio Molinas.
Paolo II (1929-46), (nominale 1946-62), figlio di Carlo I, sposò Italia Murru.
Carlo II (nominale 1962-93), primogenito di Paolo II.
Antonio I detto Tonino (nominale 1993), secondogenito di Paolo II, sposò Maria Pompea Romano (+ 2010).

Gli ultimi esponenti dei Bertoleoni del ramo principale e dinastico sono i tre figli di Tonino: Giuseppe (II), che ripete il nome del primo “re” di Tavolara, e le “principesse del mare” Loredana e Paola. Alla odierna famiglia Bertoleoni, della proprietà originaria di un’isola lunga 6 km. e larga uno, restano soltanto un’ottantina di ettari.

In questa che rimane un’isola di sogno, oggi affluiscono turisti richiamati dalla bellezza del suo mare e delle sue coste; ad occuparsi di loro fino a non molto tempo fa erano Tonino (Antonio I) e sua sorella Maddalena che con grosse imbarcazioni, gestivano un regolare servizio di trasporto fra Porto San Paolo e Tavolara; di loro proprietà erano anche i due ristoranti “Da Tonino” e “La Corona” rinomati per la buona cucina ed oggi rimasti ai discendenti insieme ad alcune case. Personaggi celebri come alcuni vip della politica, dell’economia, dello sport e del cinema continuano ogni tanto ad affacciarsi sull’isola, ma ormai non riecheggiano più i tre colpi di cannone di saluto, né c’è più un re che faccia gli onori di casa, ma qualcuno continua a ricordarsi di Paolo I° sulla cui tomba, nel piccolo cimitero, non mancano mai i fiori freschi.
 

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

1. Sardegna - L'isola di Tavolara all'alba (Olbia-Tempio) - Ph. Cristian Santinon | CCBY-ND2.0

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

2. Sardegna - L'isola di Tavolara in una vecchia incisione, 1880 (A. Porro - V. Colombo)

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

3. Carlo I Bertoleoni (al centro) con parenti collaterali. Sarebbe questa la foto scattata sulla nave reale inglese "Vulcan"

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

4. La bandiera del "regno" di Tavolara, bianca con scudo rosso e stella d'oro a 6 punte al centro

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

5. Re Carlo I, la regale consorte Maddalena Favale, e le tre Principesse del Mare (Hale, 1904)

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

6. Cimitero di Tavolara: tomba di Paolo I e della moglie Pasqua - Ph. Mikołaj Kirschke – CCBY-SA3.0

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

7. Sardegna - Isola di Tavolara (Olbia-Tempio) vista all'alba dal mare aperto - Ph. Gaspar Torriero - CCBY2.0

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

8. Sardegna - L'isola di Tavolara vista da sud (Olbia-Tempio) - Ph. Mikołaj Kirschke – CCBY-SA3.0

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

9. Sardegna - Isola di Tavolara (Olbia-Tempio) - Ph. rosshuggett - CCBY2.0

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

10. Sardegna - Isola di Tavolara (Olbia-Tempio) - Ph. rosshuggett - CCBY2.0

Isola di Tavolara e la leggenda del Regno più piccolo del mondo

11. Sardegna - Isola di Tavolara in autunno (Olbia-Tempio) - Ph. Gaspar Torriero - CCBY2.0

 
Ph. 1 e 8 Cristian SantinonCCBY-ND2.0 | Ph. 6 Mikołaj KirschkeCCBY-SA3.0 | Ph. 7 e 11 Ph. Gaspar TorrieroCCBY2.0 | Ph.9 e 10 Ph. rosshuggetCCBY2.0

Su You Yube è disponibile un brevissimo e raro video sulla famiglia Bertoleoni tratto da un cinegiornale dell’Istituto Luce, del 1958.

BIBLIOGRAFIA:

Valery, Antoine-Claude Pasquin, Voyages en Corse, à l’ile d’Elbe et en Sardaigne, 1837
Blackwoods Edinburgh Magazine, The Island of Sardinia, July 1849
Ferrero della Marmora, Alberto, Itinéraire de l’ile de Sardaigne pour faire suite au Voyage en cette contrée, 1860
Vuillier, Gaston, The Forgotten Isles: Impressions of Travel in the Balearic Isles, Corsica and Sardinia, 1896
Graziani Graziano, Stati d’eccezione, ed. dell’Asino, Roma 1912
Meissner, Hans Otto, Unknown Europe. trans. Florence and Isabel McHugh. London and Glasgow: Blackie & Sons, 1963
Geremia Ernesto Carlo-Ragnetti Gino, L’Isola dei Re, Milano, Mursia 2005
 
latuapubblicita2
 

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su