La Sicilia riscopre il suo frutto simbolo con l’iniziativa “Spremute di arance ad un euro”

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Juice – Image edited from photo by Filippo Diotalevi | CCBY2.0

di Redazione FdS

Proporre spremute di arance a prezzi più economici, mettere in contatto il mondo della produzione agricola con quello dei pubblici servizi, accorciare la filiera, promuovere il frutto simbolo della Sicilia e puntare l’attenzione sulla sua importanza dal punto di vista salutistico. Sono gli obiettivi di “Spremute di arance siciliane ad un euro”, il progetto del portale di enogastronomia Cronachedigusto.it, presentato sabato scorso nella sede – per l’occasione profumata all’arancia – di Confcommercio Sicilia.

Un’iniziativa sposata da tre assessorati, Sanità, Turismo e Agricoltura, che per la prima volta porterà un circuito di locali pubblici dell’Isola a far bere ai propri clienti il prodotto siciliano ad un prezzo concorrenziale. In Sicilia hanno già aderito oltre duecento esercenti che venderanno spremute di arance siciliane certificate al prezzo di un euro. È stato creato un sito apposito, raggiungibile all’indirizzo www.bevisalute.it, dove sarà costantemente aggiornato l’elenco dei bar che stanno aderendo all’iniziativa.

“Con la nostra iniziativa tentiamo di far fare sistema alla Sicilia – ha detto Fabrizio Carrera, direttore del sito cronachedigusto.it -. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere decine e decine di bar dell’Isola, affinché propongano ai propri clienti spremute d’arance siciliane ad 1 euro. La nostra iniziativa ha quattro obiettivi: quello sociale, perché vogliamo che i pubblici esercizi facciano un passo verso i propri clienti proponendo una spremuta ad un prezzo più conveniente; quello economico, perché con questa iniziativa metteremo in contato il mondo della produzione agricola con il mondo dei pubblici esercizi, accorciando la filiera e sperando che questo possa contribuire a remunerare meglio i produttori di arance; quello culturale, perché in questo modo vogliamo promuovere un frutto che caratterizza come poche altre cose, la Sicilia; quello salutistico, perché, come documentato dal mondo scientifico, un consumo di spremute d’arance fa molto bene al nostro organismo. Per noi è anche un valore che i bar aderenti alla nostra iniziativa si impegnino ad acquistare solo arance siciliane certificate”.

“Abbiamo aderito con entusiasmo a questa iniziativa – ha dichiarato Dario Pistorio, presidente Fipe Sicilia -. Dobbiamo far capire alle persone che la valorizzazione di un percorso eno-gastronomico diventa importante, se non fondamentale. Le spremute d’arancia diventano il punto di partenza, anche se poi l’arancia stessa può diventare la vera protagonista anche nelle nostre cucine. Dal progetto BeviSalute si può sviluppare un percorso virtuoso che coinvolga anche i ristoranti”.

“Come consorzio tentiamo dal 1998 di diffondere la cultura del consumo delle arance siciliane, devo dire senza particolare successo – ha affermato Giuseppe Pasciuta, presidente consorzio arancia Ribera Dop -. In Sicilia è difficile trovare nei bar spremute d’arancia, soprattutto di arancia siciliana. Credo che dovremmo convincere tutti ad utilizzare gli agrumi. Ma la cosa fondamentale è che venga utilizzato prodotto siciliano tracciato che dia una certa garanzia di sicurezza”.

“Avere, in questa iniziativa, l’appoggio dell’assessorato alla Salute, del Turismo e dell’Agricoltura credo che sia molto importante – ha detto Alessandro Chiarelli, presidente Coldiretti Sicilia -. Credo che il progetto serva a ridare dignità al prodotto arancia. Noi non siamo bravi a fare rete, ma questo è un gap culturale. Dobbiamo incentivare le famiglie a consumarne di più, soprattutto le nostre, che sono le più buone ed a chilometro zero”.

“La partecipazione a questa necessità è un po’ per la necessità di far affermare la realtà agrumicola siciliana che spesso non ha la visibilità né nazionale né internazionale che meriterebbe – ha affermato Federica Argentati, presidente distretto agrumi di Sicilia -. La Spagna, la Tunisia ed il Marocco sono i nostri principali competitor, ma da loro produrre arance costa meno. Bisognerebbe fare ancora di più sistema per sbaragliare la concorrenza e far affermare il nostro prodotto sano e genuino. E, soprattutto certificato”.

“In Sicilia manca la cultura delle spremute d’arancia. Un po’ anche degli addetti ai lavori che non vogliono “sporcarsi le mani” per farle – ha affermato Maurizio Tasca, presidente Fipe Siracusa -. Noi riteniamo che sia fondamentale iniziare dalle scuole per lanciare questo messaggio salutistico: educare i bambini ad un consumo quasi quotidiano di spremute d’arance sarebbe fondamentale”.

“Nei primi mesi del 2015, nascerà presso il nostro ipermercato del centro commerciale La Torre – ha fatto sapere Giovanni Pagano, di Coop Sicilia -, un corner dove venderemo anche noi le spremute di arance siciliane ad un euro. Un’iniziativa che ci piace molto”.

“Si tratta di un’iniziativa estremamente importante – ha sottolineato Nino Caleca, assessore della regione siciliana all’Agricoltura -. L’agricoltura è un settore vivo e vitale della nostra Regione ed è comunque in crescita, Oltre che è l’unico settore che sta offrendo occupazione. Per carità, ci sono dei problemi, ma il dato è abbastanza chiaro: i numeri sono positivi. Cercheremo, prendendo spunto da questa iniziativa, di obbligare, nel caso fosse possibile, a far utilizzare prodotti siciliani nei nostri bar e ristoranti. Credo che sia il miglior modo per far crescere la nostra economia e lanciare un segnale chiaro a chi ci guarda dall’esterno”.

 

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