In un dipinto di Mattia Preti un grande calabrese del ‘600: Gregorio Carafa, Gran Maestro dell’Ordine di Malta

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Mattia Preti - Madonna con Bambino, Sant'Anna, San Gregorio Taumaturgo e ritratto del Gran Maestro Gregorio Carafa (XVII sec.)

Mattia Preti – Madonna con Bambino, Sant’Anna, San Gregorio Taumaturgo e ritratto del Gran Maestro Gregorio Carafa (XVII sec.) | Photo gallery a fondo pagina

di Rocco Mazzolari

Come certo molti ricorderanno, il 2013 è stato l’anno di Mattia Preti, il pittore calabrese impostosi con la sua straordinaria arte fra i “grandi” del Seicento italiano. Una ricca mostra tenutasi a Taverna (Catanzaro), paese natale e luogo depositario di numerose opere dell’artista custodite presso il locale Museo Civico e in alcune delle chiese del borgo, ha voluto celebrare la ricorrenza dei 400 anni dalla nascita. La sua vita, lunga ed artisticamente prolifica, lo ha visto per 38 anni residente sull’isola di Malta dove approdò nel 1661 su invito di Raphael Cotoner, Gran Maestro dei Cavalieri di Malta, che gli aveva commissionato gli affreschi della volta della Concattedrale di S. Giovanni a La Valletta. In quella occasione ricevette il Cavalierato di Grazia, lui che – già famoso – era stato insignito a Roma del Cavalierato di Obbedienza. Sull’isola visse fino alla morte (1699) e si calcola che qui abbia realizzato, fra tele e affreschi, circa 400 opere. In pochi però forse sanno che a Malta il destino di Mattia Preti si incrociò con quello di un altro calabrese, Gregorio Carafa della Spina, principe di Roccella Jonica, suo quasi coetaneo, che fu 61° Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta dal 1680 fino alla sua morte (1690). Il 2015 è l’anno del quarto centenario dalla sua nascita (17 marzo 1615) e si impone come occasione per conoscere qualcosa in più sulla sua affascinante figura storica, alla quale il paese natale, Roccella Jonica, ha reso omaggio a partire dalla scorsa primavera.

GREGORIO CARAFA: CAVALIERE, PALADINO CONTRO I TURCHI, MECENATE, BENEFATTORE

A portarci sulle tracce di Gregorio Carafa, forse unico calabrese nella storia europea degli ultimi 1000 anni a potersi fregiare del titolo di “sovrano”, è la recente pubblicazione degli Atti del convegno internazionale di studi “Mattia Preti e Gregorio Carafa: due cavalieri gerosolimitani tra Italia e Malta”  tenutosi a La Valletta nel giugno 2013 e curato da Sante Guido, Giuseppe Mantella e Maria Teresa Sorrenti, con il contributo di eminenti studiosi italiani e maltesi, e la straordinaria partecipazione del prof. John Spike, noto come uno dei più autorevoli studiosi di Mattia Preti. Un’iniziativa nata nel cuore delle celebrazioni pretiane ma i cui esiti sono stati divulgati la scorsa estate in coincidenza con il 400° annivarsario del Carafa, evento sottolineato anche dal restauro di un bellissimo dipinto di Mattia Preti curato da Giuseppe Mantella a La Valletta dall’emblematico titolo “Madonna con Bambino, Sant’Anna, San Gregorio Taumaturgo e ritratto del Gran Maestro Gregorio Carafa”. 

Diversi sono gli aspetti del personaggio affrontati nel corso del convegno che ha fra l’altro voluto mettere in evidenza il suo ruolo determinante  nell’arte maltese, in sinergia con quello di Mattia Preti:  i due Cavalieri calabresi contribuirono infatti a rendere Malta quello scrigno di opere d’arte che conosciamo ancora oggi. Il magistero di Carafa segnò non a caso un periodo decisivo per lo sviluppo dell’arte e dell’architettura dell’isola con importanti commissioni che, grazie a Mattia Preti del quale Carafa fu grande mecenate, trasformarono il volto di molti importanti edifici pubblici.

Il principe Gregorio Carafa, che all’Ordine di Malta era stato iscritto mentre ancora un bambino, fece però molto per l’isola e per l’intero Mediterraneo già prima di essere nominato 61° Gran Maestro nel maggio 1680. Dopo varie imprese, nel 1654 era stato infatti inviato sull’isola di Malta dove, per la sua competenza militare, venne nominato Generale della flotta navale maltese e con tale incarico, nel 1656, insieme agli alleati veneziani, riportò una memorabile vittoria sull’armata navale turca ai Dardanelli. A Malta promosse il potenziamento della marina militare e una notevole ristrutturazione dei sistemi difensivi isolani. Di grande rilievo fu anche il suo impegno profuso a La Valletta, capitale dell’isola, dove creò istituti assistenziali e contribuì personalmente alla ricostruzione della chiesa dell’Ospedale di Santo Spirito. Gettò anche le basi di un progetto di coalizione navale degli stati cristiani per abbattere la potenza turca, formando una lega insieme al Papa, all’imperatore d’Austria, alla Polonia e a Venezia, sodalizio che riportò diverse vittorie contro i Turchi. Suo anche un progetto per istituire una armata cristiana stabile, idea che però rimase irrealzzata essendone sopravvenuta la morte il 21 luglio del 1690.

LA NOMINA A GRAN MAESTRO DELL’ORDINE DI MALTA

Quel pomeriggio del 2 maggio 1680, inginocchiato davanti all’altare maggiore della Chiesa Conventuale di S. Giovanni, Gregorio Carafa – allora sessantacinquenne – accolse con giuramento solenne la decisione che il Cavaliere d’Elezione Agostino Sans de La Llosa, accompagnato da sedici elettori, aveva comunicato all’assemblea dei cavalieri riuniti nell’edificio sacro, e cioè quella di nominarlo 61° Gran Maestro dell’Ordine. Con incedere sicuro e sguardo austero sedette sul trono dove ricevette l’ossequioso omaggio e la promessa di obbedienza da parte dei confratelli che gli resero omaggio baciandogli la mano. Una scena che apprendiamo tramite il prezioso contributo dato da Sante Guido e Giuseppe Mantella al succitato convegno con uno scritto che ha attinto a rari documenti d’archivio.

Dopo la nomina, a Malta pervennero per Gregorio messaggi dalle corti di tutta Europa animati da attestati di stima e di giubilo che, al di là delle consuetudini formali, esprimevano soddisfazione per la sua designazione, essendo egli considerato un uomo coraggioso e un baluardo contro la minaccia turca. In particolare, il Papa Innocenzo XI pronunciò la sua benedizione apostolica riconoscendo in Carafa un uomo caritatevole e prudente. Stima di cui il calabrese godette anche presso il suo compianto predecessore, Nicholas Cotoner, ossia quello stesso Gran Maestro che aveva chiamato Mattia Preti a Malta. Costui non solo gli aveva sempre manifestato il suo favore, ma addirittura, ormai prossimo a morire, ne aveva espressamente sostenuto la elezione al soglio magistrale. “Umanissimo, generoso, maestevole…esemplare di modestia e d’honestà, retaggio della Casa Carafa”, sono solo alcuni degli aggettivi usati dai suoi contemporanei per definire Carafa le cui qualità, insieme alle divisioni presenti nella fazione francese che sosteneva l’elezione di Adrien de Wignacourt, ne garantirono la salita al trono dell’Ordine.

Dopo l’elezione, a Gregorio Carafa toccò completare le procedura di insediamento con la cosiddetta “presa di possesso” della Città Notabile, l’antica Mdina, e del primitivo insediamento dei Cavalieri a Malta nella cittadella di Birgu. Una cerimonia che atteneva alla gestione dei rapporti diplomatici e istituzionali fra Ordine e Chiesa di Roma: non a Caso, Carafa si recò in visita presso le sedi del Vescovo di Malta e dell’Inquisitore, le altre due principali autorità presenti sull’isola nonché referenti pontifici. Un cerimoniale suggestivo e scenografico che si svolse nel giorno dei S.S. Pietro e Paolo, fra messe, omaggi alla Croce solenni giuramenti e intonazioni del Te Deum Laudamus. E quindi, a Birgu, in autunno, fra parate in gondola, fragori di moschetteria e grande concorso di popolo.

Gregorio Carafa fu il primo italiano ad assurgere al sommo magistero dell’ordine di Malta dopo oltre un secolo, circostanza accolta con soddisfazione dai suoi confratelli della Lingua d’Italia. Sul portale d’ingresso della residenza dei Cavalieri fu collocato un suo busto in bronzo circondato da un fregio d’armi, dal suo stemma gentilizio e da un’iscrizione dedicatoria. Una volta insediato gli toccò occuparsi da par suo della grave situazione finanziaria dell’Ordine, cosa che fece con risolutezza e determinazione riscuotendo un grosso credito che l’Ordine vantava nella città di Napoli, così come tornò ad occuparsi delle fortificazioni dell’isola e delle delicate relazioni internazionali. Nient’affatto secondario fu – come si diceva all’inizio – il contributo da egli dato all’arte attraverso commissioni legate al suo prestigio e alla sua devozione facendosi carico di tutta una serie di nuove opere d’arte, diverse delle quali destinate al principale luogo di culto per i Cavalieri, ossia la straordinaria Chiesa Conventuale di S. Giovanni.*

© RIPRODUZIONE RISERVATA

* Si ringraziano Sante Guido e Giuseppe Mantella per aver messo a disposizione le informazioni necessarie a redigere questo articolo. Ricordiamo che i due studiosi e restauratori sono anche gli autori di “Mattia Preti. A guide to his paintings in the churches of Malta and Gozo”, la prima guida turistica tematica pubblicata a Malta e dedicata a Mattia Preti e a tutte le opere del grande artista calabrese presenti a Malta e Gozo.

ALCUNE IMMAGINI DEL DIPINTO DI MATTIA PRETI RESTAURATO DA GIUSEPPE MANTELLA

In un dipinto di Mattia Preti un grande calabrese del '600: Gregorio Carafa, Gran Maestro dell'Ordine di Malta

Giuseppe Mantella restaura il dipinto di Mattia Preti "Madonna con Bambino, Sant’Anna, San Gregorio Taumaturgo e ritratto del Gran Maestro Gregorio Carafa" (XVII sec.)

In un dipinto di Mattia Preti un grande calabrese del '600: Gregorio Carafa, Gran Maestro dell'Ordine di Malta

Giuseppe Mantella restaura il dipinto di Mattia Preti "Madonna con Bambino, Sant’Anna, San Gregorio Taumaturgo e ritratto del Gran Maestro Gregorio Carafa" (XVII sec.)

In un dipinto di Mattia Preti un grande calabrese del '600: Gregorio Carafa, Gran Maestro dell'Ordine di Malta

Particolare con la Vergine, il Bambino e Sant'Anna

In un dipinto di Mattia Preti un grande calabrese del '600: Gregorio Carafa, Gran Maestro dell'Ordine di Malta

Particolare col ritratto di Gregorio Carafa

In un dipinto di Mattia Preti un grande calabrese del '600: Gregorio Carafa, Gran Maestro dell'Ordine di Malta

Particolare col ritratto di Gregorio Carafa

 
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