Francis Marion Crawford e la torre dei vampiri a S. Nicola Arcella

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Torre Crawford, S. Nicola Arcella (Cosenza) – Per gentile concessione dell’Autore: Ph. © Francesco Milito per Provincia di Cosenza

In Calabria il Buen Retiro del celebre autore americano di romanzi del mistero. Per i lettori di FDS un suo racconto breve

di Redazione FdS

Oggi FdS vi porta in un altro luogo ricco di fascino e di suggestioni storiche e culturali: la Torre saracena sul litorale del borgo calabrese di S. Nicola Arcella, in provincia di Cosenza. Per circa 25 anni è stata il buen retiro estivo del celebre scrittore e poeta Francis Marion Crawford, nato nel 1854 a Bagni di Lucca da genitori americani e vissuto vicino Sorrento dal 1885 al 1909. Prolifico più di ogni altro suo contemporaneo, divise con fortuna la scena letteraria del suo tempo con autori come William D. Howells, Henry James, Virginia Woolf, Rudyard Kipling, destinati a una più durevole memoria. Tuttavia da qualche anno la sua figura e la sua opera sono in fase di progressiva riscoperta, come attesta un convegno indetto nel 2009 a cento anni dalla morte dello scrittore dal Centro Studi e Ricerche F.M.Crawford diretto da Antonino De Angelis, i cui atti sono stati raccolti in un volume di recente pubblicazione curato dal professor Gordon M. Poole per i tipi della Franco Di Mauro Editore. I massimi esperti dell’opera crawfordiana, in quattro giorni di studio, hanno confrontato i risultati delle loro ricerche: dagli Stati Uniti sono giunti John C. Moran, Patricia Hageman, Jane Pease; dall’Inghilterra Richard Dalby, dal Giappone Taeko Kitahara e quindi gli italiani: Alessandra Contenti e Richard Ambrosini dell’Università degli Studi Roma Tre; Lodovico Isoldo e Gordon M. Poole dell’Istituto l’Orientale di Napoli. Ai lusinghieri risultati già conseguiti in un precedente convegno del 1988, quando Gore Vidal, John Pilkington jr,. insieme ad altri specialisti di letteratura nord-americana, rilanciarono nel mondo della cultura la figura dello scrittore, si sono ora uniti altri importati tasselli che collocano Crawford al centro del dibattito coi suoi contemporanei più famosi.
 

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Lo scrittore Francis Marion Crawford – Image source

Noto soprattutto per i suoi romanzi del mistero e del terrore, lo scrittore Francis Marion Crawford era figlio dello scultore americano Thomas Crawford e di Louisa Cutler Ward, sorella della poetessa americana Julia Ward Howe. Studiò alla St Pauls school di Concord (New Hampshire) dal 1866 e all’Università di Cambridge dal 1873, di Karlsruhe dal 1874, oltre che a Roma nel 1877 e all’Università di Heidelberg nel 1876. Nel 1879 andò in India, dove studiò il sanscrito e divenne editore del quotidiano Allahabad Indian Herald. Al suo ritorno in America continuò gli studi di sanscrito all’Università Harvard per un anno, collaborò con varie riviste e nel 1882 scrisse il suo primo romanzo, ‘Mr. Isaacs’, un brillante ritratto della vita di un inglese in India mescolato con elementi di mistero e di orientalismo romantico. Il libro ebbe un immediato successo così come il seguente ‘Dr. Claudius’ (1883). Famosi anche i romanzi ‘Corleone’ (1897) primo romanzo sulla mafia e ‘La strega di Praga’ (1901) un gotico di grande effetto. Scrisse in tutto 45 romanzi e anche numerosi saggi storici e opere teatrali come la ‘Francesca da Rimini’ che la celebre Sarah Bernhardt interpretò con grande successo nei teatri di Parigi.
 

Ritratto di F.M.Crawford nella sua villa di S. Agnello (Napoli)

Ritratto di F.M.Crawford nella sua villa di S. Agnello (Napoli), 1898

Dopo un breve soggiorno a New York e a Boston, nel 1883 tornò in Italia e nel 1885 visitò Sorrento per poi stabilirsi nella vicina Sant’Agnello in una villa ancor’oggi esistente. Di questo borgo lo scrittore sarebbe diventato cittadino onorario. Crawford era giunto a Sorrento in viaggio di nozze all’Albergo Cocumella ma la zona gli piacque talmente tanto da decidere di viverci per sempre. Scelse di abitare in una villa affacciata sul mare, a strapiombo sul cosidetto Golfo del Pecoriello. Era la villa appartenuta alla famiglia de Renzis e lo stesso Crawford si occupò della progettazione dei lavori di ampliamento e ammodernamento. Uno degli interventi riguardò la stabilizzazione del costone roccioso con l’inserimento di piloni ed archi e sul primo ordine di quest’ossatura in pietra fece scrivere «In Tempestate Securitas». Sul lato orientale vennero innalzate due torri ottagonali di gusto medievaleggiante, mentre il giardino fu abbellito con sculture di Thomas Crawford, padre del romanziere, e reperti archeologici che amava collezionare.
 

Villa Crawford: scorcio del suo affaccio sul Golfo del Pecoriello, Sant'Agnello (Napoli) - Ph. Andrea Amiranda

Villa Crawford: scorcio del suo affaccio sul Golfo del Pecoriello, Sant’Agnello (Napoli) – Ph. Andrea Amiranda

Alcuni ambienti interni mostrano ancor oggi alle pareti dei finissimi pannelli lignei, intagliati dall’artigiano sorrentino Giovanni Massa, attivo nella seconda metà del XIX secolo. Negli anni che lo scrittore visse a S. Agnello – dove, dai suoi ammiratori, veniva indicato come “il Principe di Sorrento” – continuò tuttavia a girare per il mondo tenendo conferenze e raccogliendo materiale per il suo lavoro. Dalla moglie, Elizabeth Berdan, ebbe quattro figli, 2 maschi e due femmine (Eleonora, Harold, Clara e Bertram). Nella villa di S. Agnello Crawford morì un venerdì santo, il 9 aprile del 1909, ad appena 55 anni. Alla sua morte la villa passò alla figlia primogenita Eleonora, moglie del nobile Pietro Rocca di Roccapadula, a cui diede due figli: Leone ed Onorio. Il primo divenne avvocato e, in età matura, Gesuita; il secondo divenne un valente musicista e compositore, e, alla morte del padre, che non condivideva questa sua scelta di vita, divenne sacerdote e guida spirituale di moltissimi giovani che frequentavano la sua casa, Villa Crawford, da lui donata, già nel 1954, alle suore di Don Bosco dell’Istituto di Maria Ausiliatrice, che ancora oggi accoglie, per rispettare la volontà del donatore, tanti giovani che qui si riuniscono per trascorrere ore di svago e di preghiera.

Dai più noti romanzi di Crawford furono tratti film interpretati dai divi dell’epoca: Clark Gable, Lillian Gish, Ronald Coleman ed altri.

F.M.CRAWFORD E LA CALABRIA

Il panfilo Alda, all'ancora di fronte alla Torre San Nicola - Foto anonima dall'album di E. B. Mieczkowska - Sant'Agnello (Na)

Il panfilo Alda, all’ancora di fronte alla Torre San Nicola – Dall’album di E. B. Mieczkowska – Sant’Agnello (Na)

Le torri di vedetta, numerose sulle coste dell’Italia meridionale, furono costruite dal Viceregno Spagnolo sullo scorcio del ‘500, per tentare una difesa dalle frequenti incursioni delle orde dei pirati. Oggi costituiscono un patrimonio architettonico d’autentica bellezza, che racchiude spesso piacevoli memorie d’ordine storico o talora letterario, com’è il caso, ad esempio, della Torre Saracena di S. Nicola Arcella, situata sopra un contrafforte che protegge la baia del porto naturale del paese. L’alta scalinata che porta al primo piano e al secondo piano della torre rappresenta uno degli elementi più importanti di tutta la costruzione. I blocchi di pietra lunghi circa 50 cm e larghi 20 cm, sono sorretti da due grandi archi sovrapposti. Il primo arco immette nel primo piano, il secondo arco immette nel secondo piano. Sopra la torre, il terrazzo serviva per comunicare e avvertire le altre torri di vedetta su eventuali incursione e ciò avveniva tramite grandi falò.

Lo scrittore al suo spartano tavolo da lavoro nella Torre San Nicola. L'immagine è ottenuta con doppia esposizione per creare un effetto ectoplasma forse allusivo al racconto ambientato nella torre - Raccolta A. De Angelis, Sant'Agnello (Na)

Lo scrittore al suo spartano tavolo da lavoro nella Torre San Nicola – Raccolta A. De Angelis, Sant’Agnello (Na)

In questa torre dimorò dal 1887 ai primi del ‘900 lo scrittore Francis Marion Crawford (1854-1909); egli, oltre che scrittore di successo, era appassionato di vela: era infatti in possesso della patente di capitano di lungo corso. Mentre compiva un viaggio nelle acque del Tirreno Meridionale – su una feluca sorrentina, poi sostituita dal suo yacht Alda, una pilotina americana che che lui stesso aveva confortevolmente equipaggiato e condotto dall’altra sponda dell’Atlantico – sbarcò nella baia di San Nicola Arcella e si innamorò del posto, soprattutto della torre cinquecentesca posta a difesa dalle incursioni saracene. “La torre si erge solitaria su questa porzione di roccia ad uncino e non c’è casa che si possa scorgere nel raggio di tre miglia,… quando la abito mi accompagno a due marinai uno dei quali è un discreto cuoco e quando sono via la lascio in custodia ad un piccolo essere dalle fattezze simile a quelle di uno gnomo che in passato era un minatore che mi si affezionò molto tempo fa…”: così lo scrittore descriveva la torre nel racconto ‘For the Blood is the life’, che ha per protagonista Cristina, una donna sensuale e selvaggia che si trasforma in vampiro e che si chiamava come la donna alla quale Crawford pagava l’affitto, una zia materna di don Raffaele Lomonaco. Il racconto, la cui stesura risale intorno al 1880, fu pubblicato per la prima volta sul n. del 16 dicembre 1905 del periodico americano Collier’s Weekly Magazine, celebre anche per i racconti di sir Arthur Conan Doyle. Il testo era accompagnato dalle suggestive illustrazioni di Walter Appleton Clark. Successivamente esso fu ripubblicato postumo nel 1911 a Londra nella raccolta Uncanny Tales e a New York in Wandering Ghost.

L'Alda, panfilo di 46 tonn, lungo 21 metri, usato da Crawford per i suoi viaggi nel Mediterraneo - Foto anonima, Raccolta Antonino De Angelis, Sant'Agnello (Na)

L’Alda, panfilo di 46 tonn, lungo 21 metri, usato da Crawford per i suoi viaggi nel Mediterraneo – Raccolta Antonino De Angelis, Sant’Agnello (Na)

Un viottolo conduce dalla torre ad una sorgente fatta aprire proprio da Crawford, dove una lapide reca inciso: ”O marinari che vi dissetate su questo lido ove in passato non si trovava stilla d’acqua, pregate per l’anima di colui che aperse questa fonte”. A. D. 1905. Il romanziere tornò spesso a San Nicola, dove completò uno dei suoi ultimi romanzi “The diva’s ruby” (1907), soggiornandovi alla ricerca di luoghi e tracce del passato medievale di questa zona, ambiente ideale per i suoi racconti intrisi di mistero. Fino a qualche decennio fa c’era ancora qualcuno, nel centro storico del paese (che all’epoca si chiamava Casaletto), che ricordava un compassato e aristocratico signore anglosassone – i locali lo chiamavano “il Lord Inglese” e “il Granforte” – che veniva a trascorrervi l’estate per dedicarsi alla scrittura. Crawford era noto a S. Nicola anche per la curiosa abitudine di far uccidere i maiali sulla spiaggia da un suo fedele per poi regalarne la carne alla gente del posto, limitandosi a consumarne una minima parte.

Lo scrittore, che conosceva ben 17 lingue fra cui il sanscrito, imparò a parlare il calabrese in un modo talmente perfetto da ingannare persino gli autoctoni. Anche i periodi trascorsi da Crawford a San Nicola Arcella sono ora oggetto di studio per una più precisa ricostruzione della sua vita e delle sue opere. Ora la torre dopo aver cambiato parecchi proprietari ed aver rischiato di diventare un club nautico ed un ristorante, è di proprietà dei signori Calia di Napoli che hanno presentato un progetto per trasformarla in un museo.

GUARDA LA PHOTO GALLERY   – INFO PER VISITARE LA TORRE

UN RACCONTO BREVE DI VAMPIRI AMBIENTATO NELLA TORRE DI CRAWFORD IN CALABRIA

Il citato racconto ‘For the Blood is The Life’, noto anche con il titolo di ‘Cristina’ o ‘Perché il sangue è vita’, è ambientato nella Torre di San Nicola Arcella ed è stato pubblicato in Italia con il titolo “Cristina” in ‘Storie di Vampiri’ Newton & Compton (1994). Protagonista della storia, in cui si riconoscono luoghi e personaggi sannicolesi, è un affascinante vampiro di nome Cristina. Ve ne proponiamo qui di seguito una nostra traduzione:

“PERCHE’ IL SANGUE È VITA”

di Francis Marion Crawford

“Avevamo cenato al tramonto sull’ampia terrazza della vecchia torre, poiché lì faceva più fresco durante il gran caldo dell’estate. Inoltre, una piccola cucina era stata ricavata su un angolo della grande piattaforma quadrata, e ciò era molto più comodo che non andare su e giù coi piatti lungo quei ripidi gradini di pietra sbrecciati in più punti e ovunque logorati dal tempo…(TROVATE IL RACCONTO INTEGRALE QUI ):

* “Perché il sangue è vita” è un racconto affascinante, tanto più interessante se si pensa che si è in un periodo letterario in cui il Vampiro per eccellenza, Sua Maestà il Conte Dracula, era ancora di là da venire. Dracula verrà “alla luce” solo nel 1897, quando Cristina di Crawford, Carmilla di Le Fanu, il Vampiro di Polidori già da tempo erano stati scritti.

– “Il magnifico Crawford – scrittore per mestiere”, atti del convegno del 1988 a S. Agnello (Napoli), 1990
– “Cento anni dopo: nuova luce su F.M. Crawford”, atti del convegno del 2009 a S. Agnello (Napoli), 2011

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