A Castrovillari si va a scuola di tartufi: una iniziativa senza precedenti in Calabria per valorizzare il ‘re’ della tavola

Tartufo-pollino

di Redazione FdS

Dopo un’accordo fra comuni e Parco Nazionale del Pollino per la creazione di un marchio dedicato ai tartufi presenti in quest’area, e la firma di un protocollo d’intesa per condurre attività di ricerca su questo prodotto del territorio, ecco arrivare un’altra novità: l’avvio, a Castrovillari (Cosenza), di un percorso didattico e di approfondimento per permettere agli allievi di due quinte classi dell’Istituto Alberghiero di imparare a conoscere, apprezzare e proporre a tavola nel migliore dei modi lo straordinario tubero considerato il più profumato e più prezioso al mondo.  Si va dunque a scuola di tartufi – però rigorosamente calabresi – con un corso curato dai docenti dello stesso Istituto Alberghiero e dai micologi della neonata Associazione Tartufi e Tartufai del Pollino e delle Serre e patrocinato da Domenico Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino.

Il progetto è senza precedenti in Calabria e partirà nella seconda metà di novembre prevedendo un intenso programma. Gli studenti, guidati dagli esperti, dovranno imparare a riconoscere e a distinguere le varietà di tartufi, soprattutto quelle presenti sul territorio, acquisendo dalla viva voce dei tartufai (i mitici “trifolau”) dove e come si cercano e si estraggono. Gli allievi si cimenteranno quindi con la gastronomia legata alle eccezionali qualità olfattive di questo fungo ipogeo ritenuto una preziosità della tavola.

La “scuola di tartufi”, fortemente voluta da Mario Galima, presidente dell’Associazione Tartufi e Tartufai del Pollino e delle Serre, vedrà a dicembre un momento conclusivo di verifica nell’ambito di un evento durante il quale gli allievi proporranno piatti e abbinamenti da loro elaborati ad una commissione di esperti selezionati dall’Istituto Alberghiero, dall’Associazione Tartufi e Tartufai e dall’Ente Parco.

“L’uso del tartufo in cucina nelle farciture e nelle salse – sostiene Gianfranco Manfredi, giornalista esperto di enogastronomia – appartiene al passato. Oggi la tendenza è quella di riscoprire la virtù originaria, quella dei suoi intensissimi, unici profumi: l’arrivo in tavola del piattino avvolto nel piccolo tovagliolo bianco con la pepita odorosa e la mandolina affilata a farne lamelle fa sobbalzare cuori e papille olfattorie”.

Il presidente del Parco del Pollino, dal canto suo, ha encomiato l’associazione che “seppur giovane, è già presente e ben radicata sul territorio” e si è augurato, per il futuro, che possa realizzarsi “una proficua collaborazione per il raggiungimento degli scopi prefissi”, auspicando “che la sinergia espressa possa portare oltre che alla diffusione del tartufo anche alla sua commercializzazione creando, così, opportunità occupazionali”.

Il progetto didattico non è l’unica iniziativa del direttivo della Associazione Tartufi e Tartufai del Pollino e delle Serre, il quale ha stilato un intenso programma di attività, fra cui l’istituzione di una Commissione Scientifica con la finalità di collaborare con l’Arsac per classificare le specie di tartufo presenti in Calabria.

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