Arriva dalla Calabria e debutta a Cesena, nella mostra di Matteo Bosi, il device che “espande” i colori dell’Arte

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Una delle opere del fotografo emiliano Matteo Bosi, tratte dal progetto Before Silence, ''trattata'' con il Color Expansion System di Salvatore Lamanna

Una delle opere del fotografo emiliano Matteo Bosi, tratta dal progetto Before Silence ed elaborata con il Color Expansion System di Salvatore Lamanna

“Per me i colori sono degli esseri viventi, degli individui molto evoluti che si integrano con noi e con tutto il mondo. I colori sono i veri abitanti dello spazio.”
Yves Klein

di Rocco Mazzolari

© Matteo Bosi - opera tratta dal ciclo Before Silence

© Matteo Bosi – opera tratta dal ciclo Before Silence

Prendete un talento genialoide come quello del calabrese Salvatore Lamanna, da anni diviso fra espressioni artistiche multiformi e  passione per la tecnologia avanzata applicata all’arte e vissuta essa stessa come arte; combinatelo con l’estro fotografico dell’emiliano Matteo Bosi, una lunga carriera artistica fatta di continua sperimentazione, tra fotografia, ceramica, pittura, web design e pubblicità: otterrete la mostra “Prima del Silenzio – Le realtà parallele di Matteo Bosi” in programma alla Galleria Comunale d’Arte di Cesena, presso Palazzo del Ridotto, dal 21 novembre (vernissage ore 17.00) al 2 dicembre 2015. L’esposizione, che ha per protagonisti gli scatti fotografici di Matteo Bosi, sarà anche l’occasione per presentare al pubblico Color Expansion System, il device high-tech concepito e realizzato da Salvatore Lamanna con la collaborazione dell’ingegnere Germano Trabucco, che promette di “ridisegnare” l’esperienza percettiva dell’opera d’arte. Ruolo determinante nell’applicazione di questo dispositivo tecnologico è rivestito dalla luce, “luce che vivifica – spiega Lamanna – che si interseca con la nostra visione del reale in senso lato, prima ancora che di un’opera, che trasfigura l’ambiente e la sua percezione, la predisposizione a ricevere e la modalità di vivere l’esperienza che l’opera stessa propone”.

Per comprendere meglio in cosa consista il Color Expansion System, occorre partire dall’idea e dal progetto tecnologico originari dal quale è nato per gemmazione. Si tratta di  “Living Color 1994 – Colour Track System” un sistema innovativo volto ad abbinare al cinema tradizionale sistemi di diffusione luminosa mirati ad una ulteriore forma di coinvolgimento dello spettatore nella fruizione della narrazione filmica. Un ampliamento dell’esperienza sensoriale ottenuto implementando accanto alla Sound Track (colonna sonora), che accompagna lo sviluppo dell’azione scenica, una Colour Track, ossia una ”colonna colore” – dotata di una propria e distinta dignità creativa ed autonomia espressiva – la cui realizzazione consente anche la nascita di nuove figure artistiche e professionali in ambito cinematografico.“Si tratta – spiega Lamanna – di coordinare la luce, come materia cangiante e modellante, alle forme sempre mutevoli della rappresentazione scenografica, dapprima cinematografica, poi della sua figlia minore: la televisione”.

“La diffusione del colore  – aggiunge l’ideatore – si basa su un impianto luci dedicato da installarsi nelle sale cinematografiche e viene opportunamente pilotato dalla traccia Colour Track già incorporata nel film, ovvero ottenuta grazie ad una centralina di sensori che “legge” l’immagine riprodotta e la restituisce in proiezione luminosa.” Un sistema per cui Lamanna aveva sviluppato un prototipo idoneo a funzionare anche sugli apparecchi televisivi domestici e “consistente – prosegue – in un impianto di diffusione luminosa da impiantarsi posteriormente all’apparecchio televisivo per una diffusione sulla parete retrostante o su apposito pannello riflettente, eventualmente corredato da satelliti di diffusione luminosa nell’ambiente”.

Color Expansion System applicato a un'immagine di tipo pubblicitario

Color Expansion System applicato a un’immagine di tipo pubblicitario

L’idea però su cui si fonda l’applicazione televisiva di questo sistema, è stata ed è ancora – dichiara Lamanna – al centro di una battaglia legale, di cui a suo tempo hanno molto parlato i media nazionali ed esteri e che vede contrapposto il creativo ad un’azienda il cui marchio è noto in tutto il mondo, accusata di essersi in qualche modo appropriata indebitamente del progetto. Andando oltre queste problematiche, Lamanna ha portato avanti l’idea di base puntando a svilupparne al massimo le potenzialità, convinto che possa trovare ampie applicazioni in contesti e su oggetti di larghissimo consumo, dall’arte al marketing pubblicitario: “con l’ingegnere Germano Trabucco – svela – abbiamo infatti già elaborato innovativi prototipi che a breve rivoluzioneranno il modo di vedere il colore e di goderne.”

Il progetto sembrerebbe dunque aver assunto oggi una nuova maturità puntando ad esprimersi in un vastissimo campo di applicazione per la sua capacità di conferire virtualmente ad ogni oggetto visivo una sua propria “aura” visibile che ne espande i contornivalorizzandolo, facendolo emergere, distaccandolo e al tempo stesso integrandolo in qualsivoglia contesto”. Una prerogativa tecnico/estetica “che – prosegue Lamanna – si mostra flessibile a qualsivoglia utilizzo in abbinamento o in contrasto con le caratteristeche proprie dell’oggetto a cui viene applicato.”  Con Color Expansion System, fase attuale di quel progetto originario, le immagini (fisse o in movimento) vengono esaltate in virtù dell’aura cromatica che le circonda, creata dall’effetto visivo prodotto su di esse attraverso una massa di colori che, nel debordare oltre il campo visivo dell’immagine, per lo più limitato da una cornice, riesce ad accentuarne la “centralità”. Al tempo stesso viene armonicamente modificata anche la percezione visiva dell’ambiente circostante  con il diretto coinvolgimento dello stesso spettatore che partecipa alla “scena”, sia esso il visitatore di una mostra d’arte, il viaggiatore in una stazione o il potenziale cliente di un’Azienda; il tutto facendo leva anche su meccanismi di ”psicologia del colore” che agiscono sull’osservatore a livello percettivo ed esperienziale. Il sistema può dunque agire sia su un’opera d’arte in senso stretto, sia su altro tipo di immagine “che – afferma Lamanna – sottoposta all’intervento di Color Expansion System, viene percepita come “immagine estetica” e, in quanto tale,  dotata di una particolare vita propria simile all’effetto prodotto da una opera d’Arte, in grado di creare sinestesia con chi la contempla. Non c’è dubbio che ciò costituisca un ‘valore aggiunto’ per l’immagine stessa.”

LA MOSTRA DI MATTEO BOSI

© Matteo Bosi - opera tratta dal ciclo Before Silence

© Matteo Bosi – opera tratta dal ciclo Before Silence

Nella imminente mostra di Cesena, Color Expansion System si apre alla fusione con l’arte fotografica di Matteo Bosi i cui personaggi e la loro contestualizzazione – afferma il critico Gian Ruggero Manzoni – sono “un caleidoscopio di tutto ciò che è stato, che è e che sarà nostro bagaglio intellettuale ed esperienziale, trovando, nell’abbattimento delle porte temporali, un unicum spaziale di forte impatto emotivo, sensuale, passionale, seducente…”.

L’immagine di Matteo Bosi elaborata da Salvatore Lamanna attraverso il Color Expansion System, diventa – aggiunge Manzoni – “una sorta di dilatazione tecnologica dei caratteri cromatici usati nell’opera. Tale espediente, che pare uscito dalla famosa pellicola “Blade Runner” di Ridley Scott, fa vivere ulteriormente le  creazioni dell’artista trasportandole, appunto, in ulteriori se non in altre dimensioni della loro rappresentatività.” Ciò sembra ben armonizzarsi col ruolo di centralità rivestito dal mito nell’arte di Bosi; mito inteso “quale patrimonio di idee, tradizioni, istituzioni religiose e sociali, che vanno a determinare la cultura di un popolo nella sua fase iniziale evolutiva”, una narrazione di “eventi accaduti, vissuti da personaggi sovrumani, protagonisti di storie che, per i più, come un tempo succedeva, risultano reali, ancorché di una realtà superiore.”

© Matteo Bosi - opera tratta dal ciclo Before Silence

© Matteo Bosi – opera tratta dal ciclo Before Silence

Come si accennava prima, i risvolti psicologici della percezione del colore ”giocano” un ruolo primario in questa combinazione fra arte e tecnologia che il pubblico sperimenterà a Cesena. Non a caso, spiega Manzoni “prima Goethe e poi Wassily Kandinsky avevano teorizzato che “Il colore è un mezzo per esercitare un influsso diretto sull’Anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’Anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che con questo o quel tasto porta l’Anima a vibrare”. Innegabile è quindi, come ormai anche la Scienza sostiene, che il colore interagisca con le emozioni umane; infatti ad ogni colore è legato uno stato d’animo e i colori si attivano a vicenda in molte sfaccettature che da soli non avrebbero. Ed ecco che la “psicologia del colore” acquista un valore impareggiabile, raggiungendo un alto grado di coinvolgimento da parte del fruitore/spettatore, dando vita ad ambienti immersivi e multisensoriali così che l’artista sempre più tende ad evitare di pensare ai colori in maniera soggettiva, spostando la sua indagine verso istanze maggiormente oggettive.”

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